Le Conferenze ONU sui cambiamenti climatici

La Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on ClimateChange), detta anche COP 21 (o XXI Conferenza delle Parti), si è conclusa il 12 Dicembre con l’approvazione di un documento detto “Accordo di Parigi”. L’obiettivo di questa Conferenza è di concludere un accordo vincolante per tutti gli Stati firmatari della Convenzione. Infatti, “Convenzione” nel diritto internazionale è sinonimo di “Trattato” e consiste in un accordo con il quale gli Stati firmatari regolano i propri rapporti. L’”Accordo di Parigi” potrà essere ratificato dagli Stati membri dell’ONU nelle date che intercorrono tra il 22 Aprile 2016 e il 21 Aprile 2017; entrerà in vigore dopo 30 giorni dalla data in cui almeno 55 Stati che producono in totale almeno il 55% (stimato) del totale dei gas serra avranno depositato i loro strumenti di ratifica.

La COP 21 è stata preceduta da molte altre conferenze nelle quali è stato discusso il problema dei cambiamenti climatici e dell’influenza delle attività umane sulle modifiche climatiche osservate. La più famosa di queste conferenze è quella di Rio de Janeiro del 1992 (UN Conference on Environment and Development, UNCED) che vide la partecipazione di 172 Stati, 108 dei quali furono rappresentati da capi di Stato o di Governo. Queste Conferenze si sono avvalse dei dati forniti dallo Intergovernmental Panel on ClimateChange e sono servite a definire i problemi e a incoraggiare gli Stati membri delle Nazioni Unite a prendere in considerazione la protezione dell’ambiente.

In conclusione: le conferenze del passato sono servite a incoraggiare gli Stati a proteggere l’ambiente; la COP 21 dovrebbe invece portare alla firma di un trattato che impegna gli Stati a proteggere l’ambiente (ovviamente nel quadro di azioni dettagliatamente descritte nell’”Accordo di Parigi”).

Tra le conferenze del passato desidero ricordare il World Solar Summit organizzato dall’UNESCO nel Settembre 1996 a Harare, nello Zimbabwe. Circa 120 Stati erano rappresentati alla Conferenza, 18 dei quali a livello di Capi di Stato o di Governo. Fu approvata una dichiarazione dal titolo “Energia Solare e Sviluppo Sostenibile” e fu approvata la fondazione di un Programma Solare Mondiale, retto da una Commissione formata da 16 Capi di Stato o di Governo (uno di essi era il Presidente Italiano, Romano Prodi). Il Programma Solare Mondiale prevedeva il reperimento di risorse per finanziare (solo nei paesi in via di sviluppo) 300 progetti di produzione di energia “pulita”. In sostanza l’UNESCO, agenzia delle Nazioni Unite per lo sviluppo dell’Educazione, Scienza e Cultura, si proponeva di reperire e formare le risorse umane per sviluppare progetti scientifico/tecnologici che non fossero in contrasto con la cultura locale. Il Programma Solare Mondiale aveva lo scopo di convincere i Paesi in via di sviluppo a investire in programmi di produzione di energia compatibili con la salvaguardia dell’ambiente. L’energia solare era quindi solo un esempio: tuttavia ricordo che Georges Charpak, professore di fisica insignito del Premio Nobel, mi disse che secondo lui 400 km quadrati di territorio equipaggiati con pannelli fotovoltaicierano sufficienti a produrre tutta l’energia elettrica a quel tempo usata sul pianeta.

Gli Stati partecipanti alla Conferenza presero anche l’impegno di esaminare le loro leggi e regolamenti, allo scopo di rimuovere eventuali ostacoli alla produzione di nuove forme di energia: mi fu spiegato che a volte la legislazione locale è incompatibile con la messa in opera di nuovi processi tecnologici, spesso soltanto perché non erano state previste le necessità specifiche della produzione di energia in queste nuove forme.

Oggi, dopo 19 anni, l’opinione pubblica dei paesi in via di sviluppo è più favorevole all’uso delle forme energie alternative; anche per merito del World Solar Summit.

Durante l’organizzazione della Conferenza ebbi modo di scambiare interessanti opinioni scientifiche. Ricordo per esempio un fisico, FarooqLeghari, che desiderava parlare con me di microrganismi che rendono fertile il suolo (questo era il mio progetto di ricerca prima di lasciare il CNR e iniziare il mio incarico all’UNESCO); la conversazione tuttavia dovette avvenire in presenza di una decina di guardie del corpo di Leghari, che era Presidente del Pakistan!

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