Let Nagasaki Be The Last*

Qualche riflessione dopo la 61.ma Conferenza Pugwash a Nagasaki

In questa breve nota riporto, in ordine sparso, qualche riflessione personale sulle conclusioni e le prospettive che emergono dalla 61.ma Conferenza Pugwash (192 partecipanti da 34 Paesi). Scienzainrete ha da poco pubblicato un bell’articolo di Roberta Mulas, una “International Student/Young Pugwash (ISYP)” (http://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/roberta-mulas/da-pugwash-nagasaki-dialogo-oltre-le-divisioni/novembre-2015), che suggerisco di leggere per avere un quadro d’insieme dei lavori della Conferenza e, in particolare, dell’impegno e delle attività di ISYP.

Il fatto stesso che la Conferenza si sia svolta a Nagasaki, 70 anni dopo i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki del 6 e 9 Agosto 1945, aveva ed ha un significato speciale, simbolicamente rappresentato dalla consegna ai Sindaci di Hiroshima e Nagasaki della medaglia d’oro del Premio Nobel per la Pace assegnato alle Conferenze Pugwash nel 1995. La medaglia e la pergamena sono adesso esposte nei Musei che nelle due città mantengono memoria delle conseguenze dell’uso di armi nucleari. E’ stato questo anche un gesto di riconoscenza e omaggio agli Hibakusha, i sopravvissuti ai bombardamenti, la voce dei quali continua, inascoltata, a chiedere al mondo di abolire tutte le armi nucleari: la minaccia delle armi nucleari è sempre attuale, il cammino verso il disarmo nucleare è bloccato, i conflitti vanno moltiplicandosi, la quantità di materiale fissile utilizzabile per costruire un ordigno nucleare è altissima. Il rischio che siano usate armi nucleari, intenzionalmente o per errore, esisterà sempre fino a che queste armi non saranno eliminate.

Nella “Dichiarazione di Nagasaki” del 5/11/2015, il Council del Pugwash ribadisce che “tutti gli Stati con armi nucleari debbono abbandonare i programmi di modernizzazione dei loro sistemi d’arma. Essi debbono utilizzare i miliardi di dollari destinati a questi programmi per minimizzare i rischi nucleari, prevenire lanci per errore e attacchi cibernetici, promuovere il disarmo. E, di massima importanza, essi debbono impegnarsi non solo a ridurre ma anche ad eliminare le armi nucleari.

E’ essenziale che il Trattato che bandisce tutti i test nucleari (Comprehensive Test Ban Treaty, CTBT) entri rapidamente in vigore.

Gli Stati Non-Nucleari che dipendono dalla deterrenza nucleare estesa debbono sostenere il disarmo nucleare e modificare le loro politiche di sicurezza, per esempio creando “Zone Libere da Armi Nucleari” (Nuclear Weapons Free Zones, NWF)”. A questo proposito è opportuno ricordare che anche in Italia sono schierate armi nucleari tattiche americane, le bombe a gravità B-61 (20 a Ghedi (BS) e 50 ad Aviano (PN)) e che il nostro Governo si è rifiutato sistematicamente di affrontare il problema, nonostante le diverse sollecitazioni del Consiglio Scientifico dell’USPD, Unione Scienziati Per Il Disarmo (cfr. per es: http://www.uspid.org/Documenti/AltriDocumenti/Archivio/UfficialiConsiglioScientifico/00UfficialiConsiglioScientifico.html) e le prese di posizione, anche su questioni più generali, degli autorevoli componenti della European Leadership network (http://www.europeanleadershipnetwork.org/) e dalla Federation of American Scientists, FAS (http://fas.org/issue-brief/b61-life-extension-program-increasing-nato-nuclear-capability-precision-low-yield-strikes/). Per avere un’idea della serietà dei problemi posti da questo schieramento di armi nucleari in Stati Non-nucleari, basta immaginare quale sarebbe la reazione del mondo intero se uno Stato come il Pakistan decidesse di installare armi nucleari in Arabia Saudita.

Lo spirito del movimento Pugwash, “Dialogue across divides”, è stato il sistematico punto di riferimento di tutte le iniziative Pugwash, e in particolare del suo Segretario Generale, Paolo Cotta Ramusino, che –per citare uno solo dei tanti esempi possibili – il 2 e 3 maggio 2015 è riuscito ad organizzare a Doha, in Qatar, un primo incontro Pugwash tra Talebani, Afghani e la Missione ONU di assistenza all’Afghanistan (United Nations Assistance Mission in Afghanistan, UNAMA). (vedi sul sito http://pugwash.org/). E tra i tanti risultati di questo impegno del Pugwash nel Medio Oriente, penso si possa e si debba citare la partecipazione alla Conferenza di Nagasaki di Ali Akbar Salehi, Vicepresidente della Repubblica Islamica dell’Iran e Capo dell’Organizzazione per l’Energia Atomica dell’Iran (AEOI). E proprio il Joint Comprehensive Plan of Action (JPCA, http://www.state.gov/e/eb/tfs/spi/iran/jcpoa/) sul programma nucleare dell’Iran del 14 Luglio 2015 è stato riconosciuto uno dei più significativi passi verso un rafforzamento del regime di non proliferazione delle armi nucleari ed un contributo importante alla sicurezza e alla stabilità del Medio Oriente. Adesso il Pugwash, che per anni ha lavorato intensamente per il raggiungimento di quest’obiettivo, è impegnato a facilitare la piena implementazione dell’accordo da parte di tutti gli Stati (Iran e P5+1).

Purtroppo la quinquennale Conferenza di Rassegna del Trattato di Non Proliferazione (TNP), iniziata il 27 aprile e terminata il 22 maggio 2015 si è conclusa senza che venisse approvato un documento finale condiviso. Dopo quattro settimane di discussioni, dichiarazioni e negoziati, i diplomatici degli Stati firmatari del TNP (circa 190) non sono riusciti a raggiungere il consenso generale sul documento conclusivo. E questo è senza dubbio in insuccesso, reso meno drammatico dall’apparente determinazione di tutti gli Stati Nucleari (Stati Uniti, Federazione Russa, Inghilterra, Francia e Cina, i cosiddetti “P5”), di riaffrontare e accelerare il confronto per una più soddisfacente implementazione del Trattato, che rimane un elemento di vitale importanza per la sicurezza internazionale. Il mancato consenso su un documento finale è dovuto soprattutto alle divergenze sulla opportunità di riproporre la convocazione di una conferenza sulla creazione di una zona libera da armi di distruzione di massa in Medio Oriente (Weapons of Mass Destruction Free Zone in Middle Est, WMDFZME). A Nagasaki questo problema è stato ampiamente discusso ed è stata anche formulata l’ipotesi che un primo passo verso una WMDFZME potrebbe essere la creazione di una zona libera da armi chimiche (Chemical Weapons Free Zone in Middle East, CWFZME). Israele ha firmato ma non ratificato e l’Egitto non ha nemmeno firmato la Convenzione sulle Armi Chimiche (https://www.opcw.org/chemical-weapons-convention/) e, secondo me, l’avvio di un negoziato per una CWFZME potrebbe essere un primo piccolo passo per promuovere e facilitare quel “dialogue across divides” così necessario per tutta la regione.

La cooperazione internazionale è imprescindibile per affrontare i problemi posti dallo sviluppo delle tecnologie nucleari per scopi civili, la sicurezza delle quali non potrà/dovrà più essere considerata un affare nazionale di questo e quel Paese, ma questione di rilevanza internazionale.

Oggi i nove nucleari Stati Nucleari (Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia Cina, India, Pakistan, Israele, Corea del Nord) sono in possesso di circa 16.000 armi nucleari, il 90% delle quali schierate da Stati Uniti e Federazione Russa, molte delle quali “in stato d’allerta”. Ovvio quindi, come ribadito a Nagasaki in più occasioni, che questi due Stati debbano con urgenza riprendere negoziati e raggiungere risultati significativi su una pletora di questioni: disarmo nucleare, controllo degli armamenti, proliferazione orizzontale delle armi nucleari, modernizzazione di sistemi d’arma, sistemi di difesa antimissile, schieramento di armi nucleari tattiche in Stati Non-nucleari. Le speranze autorizzate dal discorso del Presidente Obama a Praga del 5 aprile 2009 sono oggi un sogno lontano. Per questo è oggi ancora più necessario un impegno risoluto delle comunità scientifiche e la società civile a favorire la transizione ad un mondo libero da armi nucleari. E certamente è significativo il fatto che, dopo le Conferenze di Oslo, Nayarit e Vienna, 121 Stati abbiano firmato l’Humanitarian Pledge per la proibizione e l’eliminazione delle armi nucleari (http://www.icanw.org/pledge/).

Ancora dalla “Dichiarazione di Nagasaki” del Council: “Finché esisteranno armi nucleari e di distruzione di massa, le loro conseguenze catastrofiche non potranno essere evitate. Richiamando il Manifesto Russell-Einstein, condividendo le voci dei cittadini di Nagasaki e degli Hibakusha, in questa città che ha profondamente radicata memoria della devastazione che avvenne sotto il fungo atomico, i componenti del Council del Pugwash si rivolgono ancora, in quanto esseri umani, a tutti gli esseri umani “Ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto””.

Quanti fossero interessati, sul sito http://pugwash.org/2015/10/20/61st-pugwash-conference-nagasaki-1-5-november-2015/ possono trovare informazioni dettagliate sui lavori della Conferenza e dei diversi gruppi di Lavoro.

*Nota: Le idee e le opinioni riportate in questo articolo sono personali dell’autore e non rappresentano le posizioni delle Istituzioni.

Approfondimento:
Nagasaki Declaration cfr Lenci Let Nagasaki Be The Last