Ischia Dolphin Project: 25 anni di esperienza nella conservazione dei cetacei

L’intervento di Carlotta Vivaldi al Convegno “Natura e cultura delle piccole isole” dell’edizione 2016 della Scuola Scienza & Società.

 

Oceanomare-Delphis Onlus è un’associazione non-profit che, implementando studi non invasivi, promuovendo programmi di educazione e conservazione, e sensibilizzando l’opinione pubblica sui cetacei e l’ambiente marino, promuove la conoscenza e le pratiche di conservazione dei cetacei e della biodiversità marina. ODO è nata dalla fusione di due diverse associazioni italiane – Oceanomare e Delphis MDC – che fin dal 1999 hanno condotto con successo progetti di ricerca e attività di conservazione sui cetacei nel Mar Mediterraneo. Queste due realtà, con l’idea di condividere idee, azioni e persone, nel 2010 hanno deciso di unire i loro sforzi ed hanno istituito una nuova e più ampia associazione.
La scienza e la conoscenza sono cruciali per la comprensione di come opera il mondo naturale e di come l’uomo impatta su di esso: la collaborazione tra scienziati, professionisti della conservazione, amministratori e policy‐maker è essenziale per incorporare le informazioni scientifiche nelle decisioni di gestione dei diversi ecosistemi.
Nell’ambiente marino i Cetacei sono una parte fondamentale della biodiversità, nonché svolgono il ruolo di regolatori dell’abbondanza delle altre specie presenti in qualità di predatori all’apice della rete alimentare, e per questo possono essere definiti come bioindicatori dello stato di salute degli ecosistemi marini, ma sono di fondamentale importanza anche e soprattutto per il loro valore intrinseco.
Alcuni processi chiave minacciano e colpiscono i cetacei e la vita marina: preservare i cetacei e la biodiversità dell’ambiente marino è una responsabilità individuale e collettiva degli esseri umani.

 

I Cetacei

Balene, delfini e focene sono noti con il nome collettivo di Cetacei (dal greco ketos: mostro marino) e sono un ordine di Mammiferi che annovera attualmente 88 (riconosciute da IUCN) specie divise in due sottordini: i Misticeti (balene e balenottere) e gli Odontoceti (delfini, orche, capodoglio).

Per distinguere i Misticeti dagli Odontoceti esistono 3 caratteristiche principali:

  • I denti: I Misticeti, dal greco “Cetacei con i baffi”, sono animali hanno perso nel corso della loro evoluzione i denti, per sostituirli con i fanoni, lamine cornee flessibili e sfrangiate che pendono dalla mascella superiore che servono per alimentarsi filtrando dall’acqua enormi quantità di zooplancton e piccoli pesci. Gli Odontoceti possiedono invece i denti, in numero e posizione diversi a seconda delle specie. Sono prevalentemente ittiofagi o teutofagi, e le loro prede vengono cacciate attivamente.
  • Il naso: I Misticeti, come i mammiferi terrestri, posseggono due narici poste centralmente e dorsalmente sulla testa. Negli Odontoceti lo sfiatatoio è formato da un unico orifizio.
  • Le dimensioni: Tutte le specie di Misticeti sono generalmente molto grandi, appartiene infatti a questo gruppo l’animale più grande mai esistito sulla terra, la balenottera azzurra (Balaenoptera musculus). Mentre gli Odontoceti sono animali generalmente più piccoli, ad eccezione di alcune specie fra le quali il capodoglio (Physeter macrocephalus) e l’orca (Orcinus orca).

I Cetacei hanno subito nel corso dell’evoluzione numerose modificazioni anatomiche, riguardanti in particolar modo la struttura scheletrica (perdita arti inferiori, perdita dei peli, trasformazione arti anteriori in pinne, comparsa della pinna dorsale, coda trasformata in organo propulsore, spesso strato di grasso, “blubber”, funzionale per l’omeotermia e il galleggiamento, organi sessuali interni, narici migrate dorsalmente, polmoni piccoli, costole flessibili) e fisiologiche (“rete mirabile”, cioè una fitta rete di capillari, che funge da filtro per evitare la formazione di bolle di gas durante la risalita dalle apnee, riduzione del metabolismo generale, ridistribuzione del flusso di sangue da concentrarsi intorno agli organi fondamentali per la sopravvivenza, incameramento dell’azoto all’interno del blubber, alta densità di pigmenti trasportatori di ossigeno ) per adattarsi all’ambiente acquatico e ad apnee profonde.
Sono animali longevi che vivono da un minimo di 15 anni (Focena, Phocoena phocoena) fino ad massimo di più di 100 anni (balenottera azzura). La gestazione dura, a seconda della specie, 10-17 mesi, e viene partorito normalmente un singolo cucciolo (i parti gemellari sono rari) che viene allattato per un periodo che varia tra i 6 mesi e i 2 anni. Il rapporto madre-piccolo è estremamente importante nei Cetacei, anche in quelli che, come i Misticeti, non vivono in branchi. La madre, infatti, accompagna la propria prole nell’apprendimento delle funzioni indispensabili alla sopravvivenza: ricerca del cibo, capacità di movimento nello spazio per evitare i predatori, instaurazione di rapporti sociali. Sono quindi animali con un lungo ciclo vitale e un basso tasso riproduttivo, il che comporta un recupero molto lento nel caso in cui una popolazione sia a rischio o in forte diminuzione.

I Cetacei sono animali gregari ma la loro organizzazione sociale è, nella maggior parte delle specie, ancora poco nota. Tuttavia sembra variare grandemente in risposta a fattori ecologici quali la predazione e la qualità e la distribuzione delle risorse alimentari. In particolare, la predazione viene considerata come il principale fattore che determina la formazione di complessi gruppi sociali, in quanto il mare aperto rappresenta un habitat con poche opzioni per nascondersi dai predatori. Una interessante implicazione dell’esistenza di diverse strutture sociali fra i Cetacei è la presenza di culture, che includono, ad esempio, l’apprendimento di particolari tecniche di caccia dalla madre o da membri del gruppo, così come l’adozione di caratteristici comportamenti all’interno dello stesso clan. Di fatto, molte caratteristiche dei Cetacei favoriscono l’evoluzione di forme di apprendimento sociale e di cultura, quali ad esempio la lunga durata della vita, le avanzate capacità cognitive, le cure parentali prolungate, la vita in gruppi coesi e un ambiente che può variare le proprie caratteristiche lungo un’ampia scala temporale e spaziale (che renderebbe costoso l’apprendimento individuale).
Le specie appartenenti al sottordine degli Odontoceti sono quelle che mostrano la più ampia variabilità nell’ambito della tipologia, complessità e struttura delle loro aggregazioni sociali, mentre nei Misticeti i raggruppamenti di grosse dimensioni sono poco comuni, essendo spesso solitari o associati in due o tre individui. Questa caratteristica è giustificabile dalle notevoli dimensioni di questi animali: la predazione è bassa e l’entità dei gruppi è proporzionalmente ridotta. Fra i Misticeti esistono scarse evidenze della presenza di legami a lungo termine fra gli individui, se confrontate a quelle osservate fra gli Odontoceti.La complessità delle società formate dai Cetacei sembra essere correlata alla quantità di tempo investito nella lattazione e nella cura dei piccoli. Esiste un ampio grado di variabilità nella durata dell’accudimento parentale, probabilmente relazionato alla grande diversità riscontrata nella durata dei legami sociali.

All’interno di questo quadro generale la produzione di suoni diventa di fondamentale importanza per mantenere la coesione dei gruppi, per comunicare strategie di caccia, tecniche di fuga in caso di pericolo, per cacciare attivamente (ecolocalizzazione) e per orientarsi nell’ambiente. I tipi di suoni prodotti si differenziano in base alla specie, alla mole e al sesso degli animali e anche alla situazione contingente, svolgendo diversi ruoli.
Questa varietà si esprime con segnali acustici (prodotti grazie alla presenza di organi dedicati o particolari strutture anatomiche presenti all’interno della testa) a funzione ecolocalizzativa, i CLICK,(tipica negli Odontoceti ma non presente nei Misticeti), con frequenze anche superiori a 150 kHz, e con segnali di comunicazione, i FISCHI, che sono a frequenze più basse, generalmente inferiori a 25 kHz negli Odontoceti e a 5 kHz nei Misticeti, e modulati in frequenze. Nei delfini, il raggio d’azione dei segnali di ecolocalizzazione può raggiungere i 350 metri, mentre i fischi modulati come quelli emessi dalla stenella (Stenella coeruleoalba) sono generalmente rilevabili entro 1-2 km.

 

Le principali minacce

I cetacei sono particolarmente vulnerabili e, di fatto, minacciati da una intensa e sempre crescente pressione antropica che impatta sia a livello di singoli individui che di popolazioni. Il bacino del Mediterraneo subisce, infatti, forti stress derivanti dalle sostanze chimiche tossiche provenienti da attività umane (pesticidi, metalli pesanti.) che tendono ad accumularsi all’interno dei singoli organismi (bioaccumulazione) e poi conseguentemente all’interno della catena alimentare marina, fenomeno che va sotto il nome di biomagnificazione, diventando pericolosi per i consumatori finali, come i Cetacei e l’uomo.
Sono inoltre soggetti ad una elevata concentrazione di traffico marittimo mercantile e da diporto, che incrementano in maniera esponenziale il rischio di collisioni accidentali. Ogni anno, 220.000 navi di oltre 100 tonnellate solcano le acque del Mediterraneo e circa il 30% del traffico marittimo internazionale complessivo origina o è diretto a 300 porti mediterranei. Questi numeri sono destinati a crescere. La probabilità di collisione dipende dal tipo di imbarcazione e le navi coinvolte più spesso in incidenti con cetacei sono di solito quelle che percorrono delle tratte lunghe, come i traghetti, i cargo e le navi da crociera e che spesso navigano con il pilota automatico, di giorno e di notte. Le specie più toccate da questi eventi sono generalmente quelle di grandi dimensioni, balenottera comune (Balaenoptera physalus) e capodoglio nel mar Mediterraneo.
Il rumore sottomarino, causato principalmente dal traffico marittimo navale, dalle prospezioni geofisiche e dalle esercitazioni militari, ha un altro importante impatto sulle popolazioni di cetacei.  Dal 1950 al 2000 il numero di navi che attraversano i mari è triplicato e ogni 10 anni il rumore a bassa frequenza, prodotta dalle eliche, raddoppia. L’inquinamento acustico causa: disorientamento, allontanamento da zone di alimentazione e/o riproduzione, modifica del comportamento ed infine, ma non per importanza, danni fisici e morte.
La pressione di un turismo in aumento vertiginoso, l’urbanizzazione eccessiva (causa della forte modificazione del profilo costiero e degli ambienti marini a esso collegati), il sovrasfruttamento delle risorse ittiche e il global change, continuano a modificare il nostro mare rendendolo inospitale per specie sensibili come i Cetacei.
Le catture accidentali (bycatch), cioè l’intrappolamento all’interno degli attrezzi da pesca e spesso, in caso di mancato intervento, la morte per annegamento sono un importante problema per i cetacei del Mediterraneo. Ancora oggi è difficile determinare esattamente l’entità delle catture e quindi l’impatto sulle singole specie, e le informazioni si ricavano principalmente dall’analisi delle carcasse di esemplari spiaggiati. Nonostante il bando della Comunità Europea che vieta l’utilizzo delle reti derivanti (spadare) dal 1° Gennaio 2002, nel Mediterraneo la pesca illegale è ancora una realtà.

Quest’impressionante situazione del Mediterraneo sottolinea il fatto che la sopravvivenza futura dei Cetacei e dell’intero patrimonio di biodiversità dipenderà probabilmente dai principi di precauzione che verranno adottati e dall’attuazione di precise misure di conservazione per prevenire ulteriori impatti sugli individui e sulle popolazioni.

 

Ischia Dolphin Project

Ischia Dolphin Project (IDP) è uno studio a lungo termine sui cetacei nel Tirreno centrale, dove le spedizioni di ricerca sono supportate dalla partecipazione di volontari.
Il principale obiettivo del progetto è la conservazione delle specie di cetacei e del loro ambiente attraverso la conoscenza, la conservazione e la creazione di piani di gestione in sinergia con le autorità competenti.
L’area di studio è il braccio di mare compreso tra Ischia and Ventotene, due isole vulcaniche situate tra il Golfo di Napoli e Gaeta nel mar Tirreno meridionale. Il progetto concentra la sua attenzione nell’area situata a nord dell’isola di Ischia, zona caratterizzata da una ricca diversità marina e una grande concentrazione di fauna pelagica.
Questa regione corrisponde al canyon sottomarino di Cuma, una grande e larga valle sottomarina, che raggiunge la profondità di 850m tra le isole di Ischia e Ventotene. Attualmente, vengono utilizzate diverse e moderne tecniche di ricerca per lo studio dei Cetacei in natura, tecniche che favoriscono continue e nuove scoperte:

  • In superficie si osservano e si descrivono i comportamenti mediante l’uso e la compilazione di apposite schede;
  • La foto-identificazione, tipo particolare di tecnica cattura-marcatura-ricattura non invasiva, permette di identificare e catalogare gli individui, grazie alla presenza di marchi naturali presenti su precise parti del corpo, differenti da specie a specie, per riconoscerli quando li si incontrano di nuovo. Da questa tipologia di dati è possibile ottenere una serie di informazioni fondamentali per un piano di gestione o di tutela: lo stato di conservazione di una popolazione, l’abbondanza, il trend, la struttura sociale, l’utilizzo del habitat, la residenza;
  • L’utilizzo di idrofoni permette di ascoltare e di registrare i suoni prodotti dai cetacei e mediante l’uso di software dedicati, forniti dall’IFAW (International Fund for Animal Welfare), è possibile determinarne la posizione e seguirne le rotte.
  • L’utilizzo di software GIS, geographic information system, che permette di visualizzare i dati di e determinare per esempio quali siano le aree di alimentazioni, riproduzione o di risposo più importanti per le singole specie, sempre nell’ottica della creazione di un piano di gestione ove necessario.
  • L’utilizzo di apposite schede, fornite dall’associazione Ardea, esperta nel campo dell’avifauna, allo scopo di effettuare un censimento degli uccelli marini nell’area di studio. Questi dati permetteranno di determinare sia la presenza e l’abbondanza delle specie (es. Gabbiano corso, Ichthyaetus audouinii, Berta maggiore, Calonectris diomedeae, Berta minore, Puffinus yelkouan), sia indentificare, se presente, un’associazione tra avifauna marina e cetacei.

 

Risultati

Ad oggi OceanomareDelphis Onlus ha ottenuto numerose informazioni sulle popolazioni delle specie di Cetacei presenti nell’area e sulle loro abitudini. Tra queste spiccano:

  • La creazione del catalogo di capodoglio al cui interno sono presenti 80 individui censiti negli anni, di cui alcuni avvistati raramente, mentre altri assidui frequentatori dell’area, come i gruppi di femmine o di giovani maschi.
  • La creazione del catalogo di delfino comune composto da 98 individui, di cui almeno 23 femmine. Questa è l’unica popolazione italiana studiata da più di vent’anni. I dati raccolti in questo periodo dimostrano che il trend della popolazione è in forte diminuzione. Proprio per questo motivo pubblicazioni scientifiche, corsi, eventi e workshop riguardanti I dati di IDP hanno contribuito alla creazione dell’Area Marina Protetta “il Regno di Nettuno”, in cui è stato parzialmente incluso l’habitat critico per delfino comune (zona D).
  • La creazione del catalogo di grampo, specie molto poco conosciuta e definita nella lista rossa dell’IUCN come data deficient, composto da 63 individui, di cui 47 adulti, 9 subadulti e 7 giovani.
  • La creazione del catalogo di Tursiope è attualmente in fase di lavorazione, ma sono stati fotoidentificati già più di 100 individui.

 

Le spedizioni di Ischia Dolphin Project

L’incontro con animali carismatici, come I delfini e le balene, nel loro ambiente naturale insieme con la comprensione del loro complesso comportamento, della loro struttura sociale e dei loro pericoli, aiuta a comprendere meglio i problemi di conservazione (modificazione dell’habitat, overfishing, diminuzione delle risorse, inquinamento, etc.).
Concentrandosi sulla crescita personale, su un comportamento socialmente responsabile e sul lavoro di gruppo, questa esperienza permette di trasferire a differenti utenti (studenti, insegnanti, giornalisti, ricercatori, etc.) il valore della biodiversità e della ricchezza di specie del Mediterraneo.
La vita a bordo di una barca a vela promuove uno stile di vita semplice basato sul riciclo, l’efficienza energetica, l’uso sostenibile di acqua e delle risorse. Il team di IDP è il mezzo diretto per trasmettere la conoscenza di questi animali.
Grazie alla fiducia dei volontari e una conoscenza profonda dell’ambiente, I ricercatori effettuano lezioni sul comportamento e biologia dei cetacei e si cimentano con I volontari I conversazioni sui problemi di conservazione.
Incrementano attivamente la consapevolezza dei volontari, li sensibilizzano ai problemi dell’ambiente e a prendersi cura delle specie che ODO studia. Tutti I partecipanti lasciano il progetto con una buona conoscenza delle tecniche di ricerca dei cetacei, che potrebbero essere utili in future esperienze. Ma oltre ad imparare le nozioni sui cetacei e sul loro ambiente, sul mondo della ricerca e della conservazione animale, è possibile vivere un’importante esperienza umana/di vita. Le affollate acque del Golfo di Napoli sono un ottimo esempio per comprendere l’entità dell’impatto antropico sull’ambiente. Comprendere, vedere e riconoscere questo aspetto della vita umana può permetterci di apprezzare maggiormente il nostro ambiente naturale.

 

I cetacei presenti nel mediterraneo

Tutte le specie Mediterranee sono presenti all’interno della lista rossa dell’IUCN, che è stata istituita nel 1948 e rappresenta ad oggi il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali di tutto il globo terrestre. Nel bacino del Mediterraneo sono state segnalate ventuno specie di cetacei, di cui otto regolarmente avvistate nei mari Italiani:

  • La balenottera comune (Balaenoptera physalus), unico misticete presente regolarmente, lungo fino a 22m. Nella lista rossa è definita come vulnerabile e le informazioni sullo stato della popolazione indicano un trend di diminuzione. Le minacce per questa specie sono principalmente le collisioni, l’inquinamento chimico e acustico.
  • Il capodoglio (Physeter macrocephalus), il più grande Odontocete esistente, in Mediterraneo raggiunge circa 14m di lunghezza., La sub-popolazione Mediterranea di capodoglio differisce geneticamente da quella Nella lista rossa è definito come endangered e le informazioni sullo stato della popolazione indicano un trend di diminuzione. Le minacce principali per questa specie sono rappresentate da bycatch, collisioni, inquinamento chimico e acustico.
  • L’ormai raro delfino comune (Delphinus delphis), è una specie prevalentemente costiera e di piccole dimensioni 2-2,5m. Anch’essa è stata definita come una sottopopolazione caratteristica del Mediterraneo. Nella lista rossa è definita come endangered e le informazioni sullo stato della popolazione indicano un trend di diminuzione. Le minacce principali sono rappresentate da overfishing, inquinamento chimico e acustico, bycatch. È probabile che la specie competa con la stenella striata (Stenella coeruleoalba), con cui condivide la distribuzione e la preferenza di prede.
  • il tursiope (Tursiops truncatus)è una specie costiera, che raggiunge i 3m di lunghezza, conosciuta per la sua alta plasticità comportamentale e grande capacità di adattamento alle diverse caratteristiche dell’ambiente in cui si trova.  Nella lista rossa è definita come vulnerabile e le informazioni sullo stato della popolazione indicano un trend di diminuzione. Le minacce per questa specie sono rappresntate da overfishing, inquinamento chimico e acustico e bycatch.
  • La stenella (Stenella coeruleoalba) è una specie distribuita in ambiente pelagico e costiero. Nella lista rossa è definita come vulnerabile, al momento non sono presenti informazioni circa lo stato della popolazione. Le minacce per questa specie sono rappresentate da inquinamento chimico e acustico, bycatch, infezioni virali.
  • il grampo (Grampus griseus), specie teutofaga e pelagica, caratterizzata dalla presenza di una pelle molto sottile che permette ad ogni singolo animale di collezionare un gran numero di marchi (prevalentemente graffi) distintivi e permanenti nel tempo. Nella lista rossa è definita come data deficient (assenza di dati), anche per questa specie non sono presenti informazioni circa lo stato della popolazione. Le minacce per questa specie sono rappresentate da inquinamento chimico e acustico, bycatch.
  • Il globicefalo (Globicephala melas) è anch’essa una specie teutofaga e pelagica, conosciuta nel mondo per i grandi spiaggiamenti di massa, può infatti comporre gruppi da centinaia di individui. Nella lista rossa è definita come data deficient (assenza di dati), non sono presenti informazioni circa lo stato della popolazione. Le minacce per questa specie sono rappresentate da inquinamento chimico e acustico, bycatch.
  • Lo zifio (Ziphius cavirostris) è anch’essa una specie teutofaga e pelagica, caratterizzata da un comportamento molto schivo. Nella lista rossa è definita come data deficient (assenza di dati), anche per questa specie non sono presenti informazioni circa lo stato della popolazione. Le minacce per questa specie sono rappresentate dainquinamento chimico e acustico, sonar militari e prospezioni geofisiche.

La conoscenza della distribuzione geografica, del comportamento e di altri aspetti della vita dei cetacei sono in perenne evoluzione. Lo studio delle balene e dei delfini in natura presenta grosse difficoltà e richiede un impegno particolare, diverso dagli altri approfondimenti, perché questi animali trascorrono la maggior parte della loro vita sott’acqua, a volte in zone molto remote, frequentemente a largo delle coste. Alcune specie di grandi dimensioni dividono la loro esistenza fra le zone di alimentazione e quelle riproduttive, spesso distanti centinaia di migliaia di chilometri. Non sorprende perciò che, per molti anni, le uniche informazioni riguardo a questi animali provenissero da individui morti, spiaggiati, o uccisi da balenieri e da pescatori.