Svuotare gli arsenali, costruire la pace. Un progetto

Non c’è dubbio. Il programma – svuotare gli arsenali, costruire la pace – è piuttosto ambizioso. Forse superiore alle nostre forze di uomini di scienza e di cittadini comuni. Ma chi, come noi, ci crede ha un vantaggio: il programma non ha alternative.

Ma quando cito quei “noi”, a chi mi riferisco esattamente? In primo luogo, alle persone e ai gruppi (scienziati e cittadini comuni, appunto) che hanno dato vita alla Città della Scienza di Napoli il 22 e il 23 aprile 2016 all’incontro “Svuotare gli arsenali, costruire la pace”. E poi a tutti gli uomini di buona volontà. Ovvero a tutti coloro che pensano di poter fare un tratto di strada insieme e costruire una rete diffusa per realizzare un progetto modulare, con sei obiettivi e un appuntamento.

L’appuntamento è per il 22 aprile 2017 e di ogni anno a seguire, a Città della Scienza a Napoli, per rivivere l’incontro e rinnovare l’impegno a “svuotare gli arsenali, costruire la pace”. Come si dice: segnate in agenda.

Il 22 aprile è non solo la giornata inaugurale del primo incontro “Svuotare gli arsenali, costruire la pace”. E’ anche l’Earth Day: la Giornata della Terra. Vogliamo che diventi la Giornata della Terra senza guerra e in pace.

Quanto agli obiettivi, li possiamo dividere in due blocchi di tre. Il primo blocco di tre riguarda obiettivi magari lontani ma certo concreti su cui lavorare tutti insieme, scienziati e cittadini comuni, per “svuotare gli arsenali”, come amava dire il presidente Sandro Pertini.

  1. Primo obiettivo di questo blocco è: lavorare per creare un mondo senza armi nucleari. Alcuni dei partecipanti all’incontro dello scorso aprile già lo fanno e al più alto livello. Quello che la rete può fare è sensibilizzare con tutti gli strumenti possibili l’opinione pubblica, le ONG, i Parlamenti e i Governi, gli stakeholders e gli shareholders perché il progetto di Albert Einstein, di Joseph Rotblat e di tanti altri, “un mondo libero da armi nucleari”, diventi realtà. Il progetto è, ripetiamo, ambizioso, ma realistico. È l’unico possibile per il futuro dell’umanità.
  2. Secondo obiettivo, non meno importante, del blocco “svuotare gli arsenali” è agire in maniera preventiva per mettere al bando le armi autonome. Anche in questo caso la rete può lavorare insieme a scienziati e operatori esperti per sensibilizzare l’opinione pubblica, le ONG, i Parlamenti e i Governi, gli stakeholders e gli shareholders.
  3. Terzo obiettivo è: abolire la guerra stessa. Alcuni gruppi sono già impegnati a realizzare questo obiettivo, alcuni cercando di promuovere dialogo e misure di fiducia reciproca (“Dialogue across divides”). Convinti che chi ha inventato la guerra, la specie Homo sapiens, può anche disinventarla. La rete, ancora una volta, può fungere da cassa di risonanza di questo progetto visionario per rendere l’idea di “un mondo libero dalla guerra” un’idea di senso comune.

Il Centro Studi di Città della Scienza si assume l’incarico di coordinare le attività e aggiornare sullo stato di avanzamento dei lavori della rete. Allo stesso modo si assume i medesimi incarichi per lavorare sul secondo blocco di obiettivi, quelli volti a “costruire la pace”. Siamo, infatti, consapevoli che la pace non è una semplice assenza di guerra guerreggiata. Ma è qualcosa di più. E, sulla base delle indicazioni dell’incontro del 22 aprile, pensiamo che per “costruire un futuro di pace” occorre lavorare su diversi piani e molte direzioni. Ne abbiamo individuate almeno tre.

  1. Riconoscere i diritti di tutti i migranti, che abbiano lasciato le loro case a causa della guerra o per cause ambientali o per cause economiche. Le modalitàper governare le migrazioni vanno certamente studiate. Ma siamo certi che tra queste modalità non vi sono né la costruzione di muri né il disconoscimento dei diritti universali dell’uomo. E non vi è neppure l’indifferenza.
  2. Un secondo obiettivo, pertanto, è lavorare insieme per potenziare e non smantellare il sistema di welfare e di inclusione sociale e lavorativa per tutti. Anche in questo caso, ovviamente, si tratta in primo luogo di interrogare e formare le coscienze.
  3. Il terzo obiettivo del secondo blocco è “costruire la pace attraverso la sicurezza alimentare”. Che significa, in primo luogo, lavorare perché il diritto a una sufficiente e corretta alimentazione sia effettivamente riconosciuto a tutti.

Per la realizzazione di questi sei obiettivi il Centro Studi opererà come segue: a) mettendo a disposizione lo strumento della sua (della nostra) Rivista e tutto quanto è nelle disponibilità della Città della Scienza; b) creando sei gruppi di lavoro, uno per ogni obiettivo, per la progettazione di iniziative comuni; c) tenendo costantemente informata sullo stato di avanzamento delle attività tutta la rete che ha dato vita a “Svuotare gli arsenali, costruire la pace” e tutti coloro che intendono unirsi a noi strada facendo.