Aenaria: un mare di risorse

L’intervento di Giulio Lauro al Convegno “Natura e cultura delle piccole isole” dell’edizione 2016 della Scuola Scienza & Società.

 
Cultura e turismo: un binomio vincente

Nel corso degli anni la pesca e la marineria hanno progressivamente perso importanza a causa del depauperamento dell’ambiente marino e delle sue risorse dovuto all’inquinamento e al sempre maggiore disinteresse dei giovani verso le tradizioni marinare.

Conseguentemente alla fine degli anni 80, un gruppo di pescatori, a loro volta figli di pescatori, della zona della Mandra (Ischia Ponte) si riunirono in cooperativa e, per poter far fronte alle difficoltà economiche del settore pesca, decisero di diversificare la loro attività, cercando di incrementare non solo gli introiti economici, ma anche di avvicinarsi alle tradizioni culturali e marittime del Borgo per promuovere una maggiore sensibilizzazione e un maggior rispetto verso il mare. Nacque così la Società Cooperativa Ischia Barche, che iniziò a svolgere, al di fuori dell’attività di pesca, anche il trasporto passeggeri, il noleggio e l’ormeggio di barche. L’importante risultato di questa iniziativa è stato che, nel corso degli anni, i loro figli/ragazzi nel periodo invernale continuavano a studiare mentre durante quello estivo lavoravano con i genitori; ed è stata questa opportunità che ha trasmesso ai ragazzi l’amore per il mare, per il proprio territorio e, vivendo in un centro storico, la voglia di puntare su un turismo culturale per proporre ai turisti attrattive diversificate oltre a quelle termali e balneari. Nel corso degli anni, questi ragazzi sono diventati maggiorenni, si sono diplomati e quindi è nata l’esigenza di creare una nuova società che puntasse tutto sul rispetto del mare, dell’ambiente e sulla valorizzazione del territorio e del turismo culturale.

L’impegno della Società Cooperativa Ischia Barche è stato quindi quello, sotto l’aspetto economico, di formare professionalmente questi giovani con corsi, brevetti e rilascio dei vari titoli, e sotto l’aspetto tecnico, quello di trasmettere loro nel corso degli anni – con il lavoro sulle barche – l’esperienza marinara. Da parte dei genitori, soci della Cooperativa, l’intenzione è stata quella in primo luogo di creare una diversa opportunità di lavoro per la nuova generazione, non più obbligata così ad andare all’estero alla ricerca di un impiego.
Nasce così nel 2002 la Marina di Sant’Anna s.r.l., una società con lo scopo primario di realizzare attività turistiche culturali nel rispetto dell’ambiente, offrendo parallelamente e con professionalità anche altri servizi, come l’assistenza all’ormeggio, il trasporto passeggeri e lavori subacquei.
Anni di esperienza marinaresca che consentono oggi di offrire il meglio per chi cerca competenza e sicurezza nei nostri mari (fig. 1).

Fig. 1: Cartaromana, area archeologica

Fig. 1: Cartaromana, area archeologica

L’obiettivo della Marina di Sant’Anna è quindi di rendere l’isola d’Ischia un punto di riferimento turistico, non solo per ciò che offre la natura, ma anche e soprattutto per la sua rilevanza culturale restituendo la giusta notorietà alle antiche vestigia che ci hanno lasciato le varie popolazioni che si sono succedute sull’isola.

 

Aenaria: una scommessa culturale

Nel 2010 un socio della Marina di Sant’Anna presenta in sede di laurea una tesi sulla possibilità di creare un museo o un itinerario archeologico subacqueo nella Baia di Cartaromana in Ischia Ponte sui resti dell’antico insediamento romano meglio conosciuto come Aenaria (fig. 2). Parte così, nel 2011, il progetto oggetto della tesi di laurea, ma non prima di aver ottenuto tutte le indispensabili autorizzazioni della Soprintendenza Archeologia della Campania, secondo le direttive impartite dalla dott.ssa Costanza Gialanella, funzionario di zona per l’isola di Ischia.

Fig. 2: Padri e figli.

Fig. 2: Padri e figli.

In definitiva possiamo affermare che il progetto di valorizzazione della Baia di Cartaromana nasce dal desiderio di un gruppo di giovani, figli di pescatori di Ischia Ponte che nell’ereditare l’attività di pesca – notando il progressivo impoverimento dell’ambiente marino causato dall’inquinamento nonché il crescente disinteresse dei loro coetanei verso le tradizioni marinare ed il conseguente graduale abbandono delle attività di pesca – hanno deciso di diversificare la loro attività, cercando di incrementare non solo gli introiti economici, ma anche di avvicinarsi alle tradizioni culturali e marittime del Borgo per promuovere una maggiore sensibilizzazione ed un maggior rispetto verso il mare.

Nella convinzione della validità del progetto e della grande capacità ricettivo/turistica dell’isola d’Ischia, la società – di concerto con altri Enti locali – ha iniziato una serie di campagne di scavo con l’obiettivo di portare alla luce l’antico insediamento di Aenaria, la cui effettiva esistenza era poco più di un ipotesi.  Le prime campagne di ricerca – totalmente autofinanziate, circondate da un generale scetticismo e sempre condotte sotto l’alta vigilanza della Soprintendenza Archeologica – hanno invece consentito di individuare per la prima volta con certezza il sito sommerso dell’antica città di Aenaria nella baia di Cartaromana a Ischia. Nel corso degli anni successivi sono state individuate una banchina portuale, strutture murarie limitrofe alla linea di costa, i resti di una villa marittima, resti di moli frangiflutti, porzioni di scafi lignei provenienti da relitti di età romana, resti di decorazioni architettoniche e grandi quantità di frammenti ceramici, marmorei e plumbei che caratterizzano questo sito sia come centro commerciale che come area residenziale (figg. 3-4).

Fig. 3: Aenaria, resti della banchina portuale

Fig. 3: Aenaria, resti della banchina portuale

Fig. 4 Aenaria, il recupero di un frammento di colonna rinvenuto nel corso degli scavi.

Fig. 4: Aenaria, il recupero di un frammento di colonna rinvenuto nel corso degli scavi.

Lo studio del territorio tramite scavi archeologici subacquei richiede – per problemi metodologici e logistici – lunghi tempi di intervento ma gli obiettivi finora conseguiti sono sicuramente di grande rilevanza, seppure è solo l’inizio di un percorso che fornirà molte altre risposte a problematiche storiche rimaste fino ad oggi irrisolte, oltre a fornire nuovi punti di attrazione turistica e culturale e nuove opportunità per l’impiego giovanile.

Aenaria, insieme al Castello Aragonese, il Borgo di Ischia Ponte e tutti i molteplici aspetti geologici e biologici rendono la baia di Cartaromana un nuovo forte punto di attrazione dell’isola, con conseguenti ricadute economiche sul tessuto sociale di tutto il territorio interessato.

Dal 2013 i risultati della ricerca archeologica sono stati messi a disposizione del pubblico con un itinerario turistico di superficie che si snoda sulla terraferma e sul mare denominato “Navigando verso Aenaria” che ha confermato il gradimento della proposta e l’esistenza di un mercato potenziale per un prodotto turistico definito e strutturato.  Il programma prevede una proiezione video di circa 20 minuti in sala che introduce e mette in evidenza gli aspetti salienti delle strutture che verranno visitate in mare. Il gruppo prosegue verso il molo per l’imbarco – sempre in Ischia Ponte – su barca con specchi e raggiungere in tempi brevissimi la zona di visita (fig. 5). Durante il tragitto l’accompagnatore illustra brevemente la storia e gli aspetti monumentali salienti della Baia di Cartaromana (Castello Aragonese, Chiesa di S. Anna, Torre di Michelangelo), nonché le peculiarità biologiche marine della baia. Raggiunto il sito archeologico sommerso si visita la banchina portuale in cassaforma, alcuni tratti di massicciata con strutture murarie ed altri resti architettonici, dando un’idea di quella che doveva essere l’estensione dell’antica Aenaria (durata prevista 50-60 min). Al termine i visitatori vengono riaccompagnati al punto di partenza.

Fig. 5: La barca con fondo trasparente adibita alle visite guidate in mare.

Fig. 5: La barca con fondo trasparente adibita alle visite guidate in mare.

Il progetto si propone quindi da un lato di trasmettere ai giovani ischitani un adeguato interesse verso la cultura storica attraverso anche strumenti non convenzionali come video, strumenti multimediali e fumetti, dall’altro di offrire la possibilità a chi ne fosse interessato di avvicinarsi all’archeologia subacquea ed alla biologia marina anche attraverso esperienze pratiche.
All’atto della nascita di questa idea progettuale la Marina di Sant’Anna si era posta una serie di obiettivi specifici tra cui: realizzare un prodotto turistico basato sulla fruizione sostenibile del patrimonio archeologico subacqueo; sostenere l’estensione della stagione turistica e la crescita occupazionale; favorire le sinergie tra turismo e attività legate alla cultura; aumentare l’impatto sull’economia locale; valorizzare e promuovere il patrimonio sottomarino naturale e archeologico nel pieno rispetto della tutela e conservazione del sito.

A distanza di cinque anni il bilancio “culturale e imprenditoriale” di questa iniziativa è sicuramente positivo; oltre ai risultati scientifici già esposti sono stati conseguiti anche i primi obiettivi sociali: si è incrementato il numero degli occupati (personale impiegato per le visite guidate e per la manutenzione del sito), è aumentato il periodo stagionale dell’attività passando da sei mesi annuali di occupazione a 8/9 mesi di attività, si è valorizzato il territorio richiamando l’interesse dei media di tutto il mondo con articoli su questa iniziativa; la visita guidata ha infine riscosso grande successo raggiungendo nel 2015 oltre 3000 presenze.

La Marina di Sant’Anna è quindi un primo esempio della possibilità di trasformazione delle attività inerenti la pesca in attività di turismo culturale e marittimo, diversificazione che ha portato questa società ad impegnarsi in attività culturali legate all’archeologia ed alla realizzazione di visite guidate nell’area archeologica, con l’impegno di trasmettere alle nuove generazioni l’attaccamento alle proprie radici, la conoscenza del contesto storico culturale e far nascere in loro, tramite le lezioni didattiche di archeologia, biologia e geologia effettuate nel centro culturale e direttamente in mare a bordo di una motobarca, il rispetto del mare e del proprio territorio.