AMRA: caccia al rischio

AMRA è un acronimo particolarmente significativo: sta per Analisi e Monitoraggio del Rischio Ambientale. È significativo che questa società consortile con sede a Napoli, dopo essere stata per tre anni uno dei  “centri di competenza” istituiti dalla Regione Campania nel 2010, si impegni anche a livello internazionale sulle tematiche del rischio ambientale.

E che lo faccia partendo da Napoli che è città non poco esposta a questi eventi, nel paese Italia estremamente fragile per predisposizione naturale e per comportamenti umani ulteriormente aggravanti la situazione.
Due importanti eventi realizzati nel mese di giugno 2016 ne attestano l’impegno.
Nel primo sono stati presentati i risultati del primo di tre anni di attività (2015-2018) del progetto europeo Sheer: Shale Gas Exploration and Exploitation Induced Risks (Rischi indotti dall’Esplorazione e dallo Sfruttamento di Shale Gas).

 

Progetto Sheer

Si tratta di un progetto che si propone di sviluppare “best practices” per la valutazione e la mitigazione degli impatti ambientali legati alla estrazione ed esplorazione degli shale gas. Nell’ambito di SHEER verrà sviluppata una procedura probabilistica per la valutazione dei rischi sia a breve che a lungo termine associati ai seguenti potenziali hazards:

  • Contaminazione dell’acqua di falda
  • Inquinamento dell’aria
  • Sismicità indotta

L’entità di ciascuno di questi hazards dipende fortemente dalla natura e dalla estensione dell’eventuale aumento di permeabilità prodotto nelle rocce circostanti il giacimento dal processo fracking e dai processi di sfruttamento. In determinate circostanze, il processo di fracking può interagire con faglie preesistenti o innescare la formazione di fratture più grandi, localizzate lontano dal pozzo di produzione orizzontale. Una parte importante di SHEER è dedicata al monitoraggio ed alla comprensione delle modalità con le quali i processi di estrazione possano produrre incrementi spaziali e temporali nella permeabilità delle rocce circostanti il giacimento. Quindi i tre hazards possono essere almeno parzialmente correlati, e verranno affrontati in una prospettiva multi-hazard e multi-parametrica. Obiettivo che si conta di raggiungere tramite:

  • Compilazione di un esauriente database contenente dati sismici, parametri fisici e chimici delle acque di falda e dell’ atmosfera, dati operativi raccolti dai siti monitorati durante il progetto e da quelli archiviati da casi studi;
  • Sviluppo di una metodologia statistica, robusta e multiparametrica, per valutare gli impatti ambientali e i rischi attraverso il ciclo di vita operativo delle operazioni di estrazione dello shale gas.
  • Raccolta di un set completo di dati operativi, geochimici, sismici, chimici (acqua e aria) dall’attività programmata nel sito di monitoraggio.
  • Applicazione delle metodologie sviluppate ai dati raccolti in casi studio passati e nelle attività di monitoraggio previste.
  • Proposta di best European Community (applicabili globalmente) practices per il monitoraggio e la valutazione dei protocolli necessari a minimizzare gli impatti ambientali associati alla esplorazione ed allo sfruttamento dello shale gas.

 

 

Progetto ESPREssO

Il secondo evento è servito ad illustrare i contenuti del progetto ESPREssO che non si riferisce ad un buon caffè, ma è l’acronimo di Enhancing Synergies for disaster PRevention in the EurOpean Union ed affronta l’importante problema del Miglioramento delle sinergie per la prevenzione delle catastrofi in Europa.
È noto che le catastrofi in Europa sono all’ordine del giorno. Non solo quelle economiche e quelle ancor più gravi dell’arrivo di migliaia di migranti. Ma anche quelle di origine naturale e, tra queste, gli “eventi estremi” la cui quantità e intensità si è incrementata specialmente da quando i mutamenti climatici sono diventati una realtà con la quale occorre sempre più spesso fare i conti. Che fare? Come tutelarsi?
Guai a rassegnarsi. Sarebbe un’ulteriore disgrazia, perfino più grave. Per i mutamenti climatici, per esempio. Guai al “non c’è più niente da fare”. Significherebbe un drammatico deporre le armi. Allora come fare?

Partiamo dall’accordo di Parigi dicembre 2015 e ammettiamo che per fine secolo le cose vadano come deciso dai 195 Paesi firmatari. Ammettiamo, cioè che entro quella data l’aumento delle temperature medie sarà contenuto entro 1,5 gradi.
Bene. Ma intanto? Come comportarsi rispetto ad un andamento climatico i cui miglioramenti si cominceranno a vedere tra qualche diecina di anni?
Lo dice, appunto, ESPREssO.
Il presupposto, il punto di partenza, è che nel 2015 grazie alla sottoscrizione dell’Accordo di Sendai sulla riduzione del rischio di disastri naturali e di Parigi sui mutamenti climatici, è stato compiuto un passo avanti rispetto a quanto prescritto dal “vecchio” protocollo di Kyoto. Nello stesso tempo l’Unione Europea ha, realisticamente, preso atto del fatto che molti dei risultati e delle indicazioni sviluppati nei progetti Europei sui rischi naturali non sono facilmente realizzabili. Pertanto, la Commissione Europea, ha individuato le azioni necessarie da promuovere al fine di individuare nuove linee strategiche e ha emesso un bando per la definizione di nuove strategie volte a consolidare le sinergie tra la Commissione stessa e gli Stati europei nel settore della riduzione dei rischi naturali.

È in questo nuovo ambito che si colloca il Progetto Europeo ESPREssO coordinato da “AMRA”.
Il progetto, finanziato dalla UE nell’ambito del programma Horizon 2020, ha la durata di tre anni e si propone di individuare le nuove strategie muovendosi lungo tre direttrici:

  • Maggiore aggregazione tra il mondo della ricerca ed il mondo legislativo e di governo del territorio sui temi della riduzione dei rischi naturali;
  • Integrazione dei temi dell’adattamento ai cambiamenti climatici all’interno del tema più ampio relativo alla riduzione dei rischi naturali;
  • gestione più efficiente degli eventi catastrofici che colpiscono nazioni confinanti.

È evidente che per il raggiungimento di tali obiettivi è necessario un approccio globale e un gruppo di partecipanti multidisciplinare. Anche per questo il Consorzio del Progetto ESPREssO è formato da sette partner europei in possesso di competenze in questioni legali e di governance, gestione dei rischi naturali, aspetti socio‐economici e di resilienza, approcci statistici e multi‐rischio.

Il gruppo, guidato da AMRA Scarl, Napoli, Italia comprende: 
GFZ, Potsdam, Germania;
BRGM, Orleans, Francia;
DeutschesKomiteeKatastrophenvorsorgee.V . DKKV ‐ Germania;
ETHZ , Zurigo, Svizzera;
University of Huddersfield ‐ Regno Unito;
Københavns Universitet – Danimarca.