In ricordo di Paolo Gasparini

Quando se ne va una persona importante – ma Paolo Gasparini se avesse potuto si sarebbe trattenuto ancora a lungo con noi – nel ricordarlo si finisce col parlare di sè.

È inevitabile che questo accada con Paolo che non era solo uno scienziato l’amicizia col quale è un vanto, ma era un grande amico. Un amico col quale era possibile condividere una quantità di cose. Non solo  i problemi riguardanti i terremoti, le eruzioni vulcaniche, e il dissesto idrogeologico; il modo in cui affrontare questi rischi e prevenirne i possibili danni. Ma era un geofisico col quale discutevi della buona musica, preferibilmente jazz.

Parlavi del comune tifo per il Napoli; passavi volentieri insieme una serata in pizzeria e una giornata sulle Dolomiti.
Dopo la lunga presenza alla direzione dell’Osservatorio Vesuviano, fu chiamato ad organizzare la nascita di uno dei Centri di competenza ideati dalla Regione Campania che per tre anni contribuì a tenerne in piedi le sorti economiche prima che, tolte quelle stampelle, si trasformasse in società consortile a responsabilità limitata. Quel centro era ed è AMRA acronimo che sta per Analisi e Monitoraggio del Rischio Ambientale. Il rischio ambientale è stato sempre il filo conduttore della sua opera di scienziato. Uno scienziato che si è sempre posto il problema non solo di ricercare cause e soluzioni, ma di comunicare il tutto in modo chiaro ed accessibile a tutti. È anche per questo che in AMRA ha fatto nascere una rivista “ambiente rischio comunicazione” che si propone soprattutto di comunicare. Quando  gli proposi rivista e titolo non esitò un momento a dire di sì con convinzione. E per dare il peso che riteneva importante al tema della comunicazione desiderò che ogni numero si aprisse col mio editoriale e si chiudesse con un articolo di Pietro Greco.

La scienza perde una importante persona, io un maestro e amico carissimo.