Vivere a Ischia, partecipare la conoscenza

Il progetto GIOCONDA alla Scuola Scienza & Società, edizione 2016, “Natura e cultura nelle piccole isole”, che si è svolta a Ischia il 18 e 19 marzo 2016.

 

Una natura ospitale e da difendere, una cultura che ha originato e accolto grandi miti e vuole crescere.
Nella cornice della Biblioteca Comunale Antoniana di Ischia scienze naturali e umanistiche si sono incontrate per parlare di questo a una platea di giovani cittadini dell’isola, per riflettere con loro e generare nuove idee per renderla sostenibile.
Ragazze e ragazzi del Liceo Statale hanno utilizzato la metodologia di discussione e condivisione sviluppata dall’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR all’interno del progetto LIFE+ GIOCONDA, sintetizzata nel titolo di questa attività: “partecipare la conoscenza”.
L’idea si è basata sul fatto di non limitarsi ad ascoltare i relatori del convegno – naturalisti, letterati, epidemiologi e giornalisti – ma di creare un’arena di dialogo strutturata, per rielaborare idee, storie, nozioni insieme, adulti e ragazzi.
Dopo avere ascoltato gli interventi degli esperti durante la prima giornata della Scuola, nella seconda giornata gli studenti si sono suddivisi in quattro tavoli, moderati dai relatori stessi, e hanno presto preso le redini della discussione, per arrivare ad avanzare le loro proposte in una seduta plenaria finale.

 

I miti del passato per pensare all’Ischia di oggi – Primo tavolo
Ognuno di noi, crescendo, ascoltando, percependo il mondo circostante, la natura e la cultura in cui è immerso, sviluppa una propria enciclopedia mentale, che si modifica per tutta la vita e ci conduce a interpretare quello che incontriamo via via sulla nostra strada.
La letteratura e la mitologia fanno parte di questa enciclopedia e richiamare miti e storie isolane ha offerto ispirazione per far riflettere il pubblico della Scuola sulla propria identità e sulla forza che deriva dalla consapevolezza del passato.
Rossana Valenti e Ugo Leone hanno esplorato con le ragazze e i ragazzi le isole della storia e quelle del mito, quelle dipinte, narrate e sognate. La forza di questi richiami sul presente è emersa dalla elaborazione che gli allevi del Liceo di Ischia hanno riportato alla società di oggi, alle iniziative culturali che devono continuare e arricchirsi per arricchire l’enciclopedia dei suoi cittadini, alla necessità di rispettarne i luoghi a fronte di un degrado che ha le sue radici in una sempre minore capacità dei suoi abitanti di fare comunità.
“Ischia, l’isola che c’è”, in contrapposizione all’immaginario non-luogo di un Peter Pan che non vuole crescere, è lo slogan scelto dai giovani cittadini ischitani per rappresentare la loro riflessione e la loro speranza.

 

Un ambiente più pulito per un futuro più pulito – Secondo tavolo
Dopo avere ascoltato Maria Cristina Gambi, Carlotta Vivaldi ed Emilia Di Pace sui temi delle aree marine protette, della tutela della flora e della fauna di Ischia e delle conseguenze dell’uso eccessivo e dell’abbandono della plastica sulla vita marina, ragazze e ragazzi sono passati a pensare cosa si può fare e hanno condensato le loro idee in questo slogan “un ambiente più pulito per un futuro più pulito”. Semplice solo in apparenza.
Le misure e le politiche suggerite riguardano aspetti concreti, con l’obiettivo di impedire un ulteriore degrado ambientale. Si parte dalla difesa della posidonia, per la quale è necessario controllare che le barche provvedano a ormeggiarsi ai corpi morti presenti sulle coste, così da evitare che il ritiro delle ancore sradichi questa importante difesa del mare, casa di biodiversità.
La seconda misura auspicata è la realizzazione di depuratori che filtrino gli scarichi civili prima di rilasciarli in mare, progetti rimasti in sospeso per troppo tempo.
Collegata a questa è la terza misura spiegata dai ragazzi, che riguarda la costruzione di spiagge artificiali, trasferendo le sabbie dal fondo marino alla costa. Come è possibile che, ancora prima di traportare materiali dal mare, non si provveda a evitare che su quei vicini fondali si accumulino inquinanti di vario tipo, dato che non esistono depuratori adeguati?
Infine il tema del rilascio delle microplastiche preoccupa e richiede sforzi di ricerca importanti, da raccontare anche ai ragazzi in classe al ritorno sui banchi.

 

Ischia per gli uccelli migratori e la biodiversità – Terzo tavolo
Viste dall’alto potrebbero sembrare costellazioni immerse nel blu del mare. Sono tantissime le piccole isole del Mediterraneo, e da sempre per gli uccelli migratori rappresentano la salvezza. Un posto dove potersi riposare e rifocillare in primavera, in attesa di ripartire verso nord per raggiungere i quartieri riproduttivi. Oggi le piccole isole sono il luogo privilegiato per lo studio degli uccelli migratori, un tempo invece erano luogo privilegiato di caccia. Lo hanno raccontato nella prima giornata della Scuola Francesca Buoninconti e Domenico Fulgione.
Ascoltare cosa significano biodiversità, varietà di flora e fauna attorno a Ischia, processi evolutivi, ha dato lo spunto concreto per capire come si può contribuire alla protezione e alla valorizzazione di un ecosistema che subisce una pressione così forte e continua delle attività umane.
L’isola è anche luogo di sosta degli uccelli migratori, e sede di fenomeni peculiari di evoluzione e differenziazione: i ragazzi si offrono come protagonisti di un’attività di osservazione e studio che rafforza le conoscenze degli studiosi in questa area del Mediterraneo, in un processo di vera e propria citizen science: “Si potrebbero organizzare pomeriggi in cui gli studenti aiutano nell’inanellamento, o una settimana di attività extrascolastica, un po’ come si fanno le settimane di studio all’estero”, hanno raccontato alla platea della seduta finale di scambio delle raccomandazioni.

 

Quel che Ustica non è – Quarto tavolo
Partendo dalle peculiarità della natura e dell’antichissima storia di Ustica, il giornalista Franco Foresta Martin, è arrivato a narrare un episodio più recente e molto inquietante: il falso storico che chiama “strage di Ustica”, che ha visto la caduta e l’inabissamento in mare del DC9 Itavia I-TIGI, la sera del 27 giugno 1980.
“Una serie di depistaggi partono immediatamente dopo la notizia della sparizione dell’areo” ha raccontato Franco Foresta Martin rievocando quella sera, quando “all’Hotel Punta Spalmatore di Ustica si svolgeva la XXII Rassegna Internazionale delle Attività Subacquee, con l’assegnazione dei Tridenti d’oro a personalità della cultura, dello spettacolo e dello sport. Fra i premiati c’era Paolo Colantoni, geologo, giunto a bordo della nave oceanografica Bannock del CNR, impegnata in una campagna di esplorazioni nel Mediterraneo. C’erano anche autorità politiche e militari: il ministro della Marina Mercantile Nicola Signorello, il Comandante del Porto di Palermo, il Prefetto di Palermo, che seppero subito della sparizione. Il Ministero dell’Interno aveva telefonato chiedendo alle autorità presenti di rientrare subito nelle rispettive sedi per collaborare ai soccorsi. Si era sparsa la voce che l’aereo fosse caduto nelle vicinanze di Ustica e che si potesse tentare di recuperare qualche superstite. Le autorità furono prelevate da un elicottero. Due motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza perlustrarono il mare attorno all’isola senza avvistare nulla, mentre il prof. Colantoni, a bordo della Bannock, navigava in piena notte verso Nord, col mare agitato”. In un’intervista a Foresta Martin, anni dopo, racconta che dopo tre ore di navigazione, quando pensava di essere vicino al luogo del disastro, fu fermato da un comando via radio: Stop, dirigersi a Ovest verso la Sardegna! Poi, quando albeggiava, gli fu detto che poteva ritornare indietro. E lì, alle prime luci del sole, scorse un frammento dell’aereo: il cono di coda. Si tuffò assieme a un suo collaboratore e lo recuperò. “Ma ripenso sempre a quella strana deviazione di rotta, che collegai a quanto mi era successo il giorno prima nel Tirreno, mentre viaggiavo verso Ustica. Penso volessero nasconderci qualcosa …”.
L’avvincente racconto è solo l’inizio di una storia che terrà ferma una collocazione geografica di comodo: l’aereo precipitò, colpito presumibilmente da un missile a circa110 chilometri a nord di Ustica, una zona a metà tra Ustica e Ponza ma questo non cambierà mai nel tempo non solo la definizione, ma anche le ricostruzioni sulle mappe, che ripetono costantemente l’errore in una catena di bugie ed evitamenti. Una delle poche voci accurate è stata quella di Marco Paolini, nel suo spettacolo “Racconto per Ustica”, che infatti si chiedeva perché quel nome fosse rimasto nella storia, e non per esempio “strage di Ponza”?. Anche l’“Associazione delle vittime” su questo tema si pronuncia con chiarezza, chiedendo scusa agli abitanti per il peso che su tutta l’isola è rimasto a causa di questa memoria falsata.
I ragazzi di Ischia conoscevano ben poco di quell’episodio della nostra storia recente, e hanno notato diversi punti dell’accurata ricerca storica e geografica fatta da Foresta Martin. Innanzi tutto le reticenze e i depistaggi, che si possono evitare solo con un’attenzione maggiore di tutti i cittadini e con un lavoro di investigazione libero da condizionamenti, cui debbono contribuire anche i giornalisti, tenendo tutti costantemente informati. Poi la fretta e la superficialità con cui vengono date le notizie: se le prime fonti informative sono sbagliate, come è successo in questo caso, gli errori rimangono e si ingigantiscono, e se ci sono questioni segrete o complicate si tende a rimanere in superficie. Un impegno quindi a non accontentarsi quando si ricevono le notizie, a capire bene e cercare con accuratezza quando si devono ricostruire storie e vicende del passato, una richiesta infine di “non tenerci nascosto nulla”.
Un richiamo forte e chiaro, che GIOCONDA ha già registrato accogliendo le voci dei giovani cittadini, e che si impegna a diffondere quanto più possibile.

 

Dalla terra ferma all’isola che c’è: il progetto GIOCONDA
La sfida era ambiziosa: parlare di letteratura, mitologia, biodiversità, evoluzione, migrazioni di uccelli e di cetacei, di lontanissime vicende geologiche che forgiano usanze ed economia, di impatti dell’ambiente sulla salute umana, di giornalismo investigativo, e il tutto in poche ore, non era facile.
Avere dedicato una parte di questo tempo al lavoro di gruppo ha però portato buoni frutti. Per GIOCONDA, che ha contribuito attraverso la sua metodologia partecipativa, è una conferma di quanto sia produttivo e soddisfacente inserire il dialogo e la partecipazione quando si è alla ricerca di soluzioni per la sostenibilità dell’ambiente e la crescita armonica della società.
Il progetto, co-finanziato dalla Divisione Generale Ambiente della Commissione europea, propone ai giovani cittadini e alle amministrazioni locali uno strumento per dialogare sui temi di ambiente e salute. Il dialogo è costruito attraverso un coinvolgimento attivo di scuole ed enti e finora ha svolto le sue attività in cinque località italiane: Ravenna, Ferrara, il Valdarno Inferiore, Napoli, Taranto.
Per saperne di più e per partecipare ai prossimi eventi: www.gioconda.ifc.cnt.it.
• Evento finale di GIOCONDA: Napoli, 21 ottobre 2016, ore 11:30-13:30. Città della Scienza di Napoli
• Seminario di presentazione dei risultati scientifici: Roma, 15 novembre 2016, ore 8:30-17:00. Sala dei Convegni CNR, piazzale Aldo Moro 7.

 

Le autrici ringraziano per il contributo e la collaborazione Saveria Volta, docente di scienze del Liceo Statale di Ischia.