Fondato nel 1990, il Politecnico di Bari è un istituto universitario italiano a carattere scientifico e tecnologico. Sono oggetto di studio e di ricerca le discipline racchiuse negli ambiti dell’architettura, dell’ingegneria e del disegno industriale. Il Politecnico di Bari è il più giovane tra i Politecnici italiani con circa 10.000 studenti. La sua mission deriva di fatto da una profonda attenzione verso le future generazioni e i territori in cui il Politecnico si trova a operare. In particolare, il Politecnico svolge il proprio ruolo culturale, sociale ed economico, oltre che nella sede di Bari, anche nelle sedi di Foggia e Taranto.

L’intervista è di Loredana Ficarelli, Prorettore vicario del Politecnico di Bari, Professore Ordinario di Composizione architettonica ed urbana

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Si è da poco conclusa la bellissima esperienza di 13 studenti del Politecnico di Bari che hanno svolto in Cina un tirocinio di 3 mesi. Quali sono i principali risultati di questa iniziativa e come avete superato le difficoltà nate con la diffusione del coronavirus?

Il Politecnico di Bari finanzia annualmente numerose borse di studio per favorire e incoraggiare lo svolgimento di tesi di laurea all’estero. Nel gennaio 2020, tredici laureandi in Architettura vincitori di queste borse “tesi all’estero”, sono partiti ed hanno così iniziato la loro esperienza di ricerca e di progetto nella “Grande Cina”.

La durata dello stage di tre mesi si sarebbe conclusa nella successiva primavera, la pandemia COVID-19, ha invece anticipato e forzato in rientro.

Malgrado il rientro anticipato in Italia, gli studenti hanno concluso con successo la loro tesi, laureandosi nel luglio 2020 con una ricerca sperimentale sui temi del recupero, della salvaguardia e della valorizzazione del particolare patrimonio architettonico rurale nella regione del Fujian (Cina), resa possibile soprattutto per il continuativo, costante e puntuale supporto di collaborazione dei colleghi della School of Architecture and Urban Rural Planning della Fuzhou University.

Il progetto di scambio riguardava il recupero, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio architettonico dei paesaggi rurali nella regione del Fujian a sud della Cina; quali contaminazioni culturali sono nate da questo scambio? In che modo questa esperienza ha allargato la formazione di questi studenti?

Il progetto di scambio in Cina del Politecnico di Bari ha radici lontane e si è consolidato nel 2018 con un’importante iniziativa finanziata dalla Regione Puglia (il Poliba2China Project), che ha permesso di ospitare presso il Politecnico 18 studenti cinesi provenienti da 4 Atenei partner e di far partire 13 studenti POLIBA, ospiti presso gli stessi Atenei.

I temi di interesse prevalenti del gruppo di ricerca e progetto che coordino, vertono sull’architettura ed i paesaggi rurali della Cina costiera. L’esperienza appena conclusa ha certamente ampliato la conoscenza reciproca e la formazione in campo internazionale degli studenti; la conoscenza di queste architetture e di questi paesaggi, consentono di porre le basi per successivi approfondimenti ed occasioni di scambio e mobilità.

Il Politecnico di Bari, anche con la sua partecipazione alla Settimana dell’Innovazione in Cina a novembre scorso, sta allargando i rapporti di cooperazione accademica e scientifica con la Cina. Quali sono i principali obiettivi di questa cooperazione?

La partecipazione alla Settimana dell’Innovazione a Pechino è stata, per noi, importante per l’opportunità avuta di presentarsi ad un pubblico vasto e selezionato; la missione ha poi proseguito con una visita nel Fujian, presso la Fuzhou University e a Guangzhou, presso la South China University of Technology, dove sono in corso numerosi protocolli e progetti di ricerca congiunti.

Queste occasioni si sommano ai numerosi incontri con diverse delegazioni cinesi in visita presso il Politecnico di Bari, durante le quali è apparso evidente il desiderio di stringere rapporti di amicizia e collaborazione, tesi a valorizzare i sistemi di impresa e ricerca, ad acquisire knowhow italiano nei seguenti campi: intelligenza artificiale e fabbrica Intelligente, ICT di nuova generazione, aerospazio, energia e tecnologie pulite per l’ambiente, smart city ed urbanizzazione sostenibile, biomedicina e tecnologie della salute, agricoltura di precisione ed agroalimentare, industrie creative e design, tecnologie per la conservazione e valorizzazione dei Patrimoni.

Quali sono i principali ambiti di vostro interesse per la cooperazione con la Cina, considerando anche le trasformazioni nate dalla diffusione del coronavirus e delle misure di protezione e adattamento delle nostre società?

Negli ultimi anni, il Politecnico di Bari si è aperto in modo sempre più incisivo alla dimensione internazionale, con uno sguardo costantemente più lungo, che si spinge sino al mondo asiatico, riconoscendo nel “Grande Drago” uno dei più “agguerriti” attori mondiali nel campo dell’alta formazione, della ricerca scientifica e del trasferimento tecnologico.

Frequenti sono gli appuntamenti annuali che vedono protagoniste la Cina e l’Italia in un dialogo interdisciplinare teso al consolidamento di una cooperazione per l’innovazione scientifica, cui il Politecnico non esita a partecipare, accogliendo le nuove istanze formative dei giovani talenti, intercettando le esigenze del mondo produttivo, favorendo una crescita fondata sull’assoluta circolarità dei saperi, in uno spazio geografico senza confini, dilatato e fluido.