Il Cluster Tecnologico Nazionale “Trasporti Italia 2020” è il riferimento nazionale a valere su decreto ministeriale per il settore dei mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina. Il Cluster raggruppa i maggiori attori nazionali, industriali e scientifici, che operano nella mobilità su gomma, su rotaia, su vie d’acqua e nell’intermodalità, con l’obiettivo di creare sinergie tra le diverse filiere e individuare le traiettorie future di ricerca e innovazione del settore trasporti di superficie. In particolare l’associazione intende sviluppare l’attitudine verso un approccio di sistema che miri alla valorizzazione delle eccellenze “Made in Italy”.

L’intervista è di Enrico Pisino, CEO del Competence Centre CIM 4.0 e Presidente del Cluster Tecnologico Nazionale dei Trasporti

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Quanto è stato forte l’impatto del Covid nel settore dei trasporti e qual è la strategia del Cluster in questa fase di ripartenza?

L’impatto per il settore è stato drammaticamente devastante così come per molti altri comparti industriali. Il lockdown ha di fatto bloccato il mercato dei servizi e dei prodotti, ha comportato la chiusura di importanti aziende che operano sul nostro territorio e di conseguenza delle relative filiere produttive. Gli effetti economici e le ripercussioni finanziarie di questa crisi su un comparto mediamente caratterizzato da utili molto limitati e grandi investimenti, sono facili da intuire. Eravamo, ed uso l’imperfetto perché il post Covid è ancora tutto da definire, in una fase di grande trasformazione e di importanti investimenti già pianificati. Basti pensare alle strategie legate al comparto auto con la transizione all’elettrico per lo sviluppo di una mobilità connessa e intermodale, per lo sviluppo del veicolo a guida autonoma. Credo fermamente che questi investimenti saranno ripianificati alla luce delle ferite e delle azioni di sostegno concrete che saranno messe in campo dai governi e per quanto ci riguarda dall’Italia. Auspico l’attenzione per un settore non solo tra i più rilevanti da un punto di vista economico e sociale ma tra i più importanti se non il più importante dal punto di vista tecnologico e quindi strategico per il Paese. Il Cluster con i suoi associati ha continuato il lavoro di informazione e networking finalizzato a supportare i diversi ambiti, dall’automotive al navale, dall’ITS al ferroviario sfruttando appieno lo smart working. E così come si fa nelle gare di formula 1 quando si è in regime di safety car, ne abbiamo approfittato per pianificare la ripartenza e le attività del prossimo triennio. Finalmente siamo nelle condizioni di poterlo fare grazie allo sblocco dei cofinanziamenti previsti dal Ministero della Ricerca ma soprattutto grazie all’impegno del Team operativo coordinato dal Segretario Generale Lucio Sabbatini.

Come sono proseguite le collaborazioni tra il Cluster e i partner cinesi in questi mesi della pandemia?

Come Cluster abbiamo negli ultimi tre anni favorito la collaborazione sul fronte dell’Innovazione tecnologica tra alcune PMI Italiane e importanti aziende cinesi, prevalentemente nel comparto del trasporto su gomma e dei servizi per l’ingegneria. Quello che posso dire è che da una parte le attività pianificate continuano a distanza dall’altra abbiamo potuto apprezzare la vicinanza dei nostri interlocutori che si sono resi disponibili per fornire i Dispositivi di Protezione Individuale. Con loro abbiamo affrontato alcuni temi specifici della pandemia come ad esempio le tecnologie per realizzare in automatico o in remoto operazioni di sanificazione di ambienti aperto o chiusi come ospedali, scuole ma anche autobus e automobili. Siamo venuti a conoscenza di sviluppi recenti nel campo dei rover per la disinfestazione a guida remota o autonoma di assoluta frontiera tecnologica. Robot in grado di realizzare e certificare la pulizia e la sanificazione di ambienti con una moltitudine di tecnologie ciascuna adatta ai diversi contesti (scuole, ospedali, aeroporti, piazze, giardini, strade, etc).

All’indomani della pandemia, quali sono le sfide più rilevanti per adattare il settore dei trasporti alle misure di social distancing, pensando ad esempio al trasporto pubblico su ruote o ferro? 

Il settore dei Trasporti dovrà essere ripensato con un approccio di sistema che consideri un bilancio tra pubblico e privato e tra le differenti modalità che garantisca una maggiore resilienza della mobilità. Ma occorre farlo appunto con un approccio olistico.

Come dicevo è necessario innanzitutto curare le ferite, rilanciare il mercato e poi impegnarsi in un grande progetto di investimento per una mobilità sostenibile. L’Italia può ancora essere protagonista, per usare un riferimento calcistico, possiede una panchina lunga, composta da tanti buoni calciatori e alcuni fuoriclasse.  Abbiamo bisogno di sviluppare una mobilità digitale basata su nuove infrastrutture digitali e sul re-engineering dei processi e dei servizi di mobilità. Nessun pushing tecnologico e nessun innamoramento.

Poi ci saranno alcuni temi specifici legati a una maggiore sensibilità dei clienti al benessere come conseguenza di questa pandemia. Ad esempio la qualità e la salubrità dell’aria dell’abitacolo di veicoli (auto, autobus, treni, etc.) richiederà lo sviluppo di filtri innovativi o di nuovi sistemi di sanificazione dell’aria e degli interni. Certamente occorre sviluppare nuovi servizi per rendere sempre di più accattivante l’uso dei mezzi di trasporto pubblico o della mobilità leggera. Questo non ricorrendo ad un contributo a fondo perduto ma sviluppando servizi che garantiscono la sicurezza e la salute dei cittadini.

Il 2020 celebra il 50° anniversario dei rapporti diplomatici tra Italia e Cina, come cambierà la cooperazione con la Cina nel vostro settore dopo questa emergenza, anche alla luce anche della maggiore attenzione ai temi della sostenibilità? 

Come Cluster Trasporti crediamo fermamente alla collaborazione con Paesi che oggettivamente sul fronte tecnologico sono un passo avanti all’Italia e continuano ad investire. Riteniamo necessario definire anche degli standard globali che consentano di limitare gli importanti investimenti. Occorre procedere garantendo lo sviluppo del nostro ecosistema e del nostro paese. Quindi ad esempio dovremmo fare molta attenzione al tema della produzione di componenti e garantire sia la filiera della conoscenza sia quella produttiva. Per noi la Cina rappresenta sicuramente uno dei modelli più interessanti nell’ambito della mobilità sostenibile e della digitalizzazione.