L’Università degli Studi di Napoli Federico II, è uno degli atenei più importanti, sia come rilevanza che come storia, essendo ritenuta la più antica università laica e statale del mondo. L’ateneo federiciano è costituito da 4 Scuole a cui aderiscono più 26 Dipartimenti sulla base di criteri di affinità culturale, didattica, scientifica e disciplinare. Il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione è estremamente attivo nella valorizzazione delle attività di ricerca, grazie alle possibilità offerte dall’integrazione delle competenze presenti negli ambiti di riferimento e dall’alto livello di qualificazione della ricerca a livello internazionale, della didattica e delle collaborazioni con il sistema produttivo. Recentemente il DIETI ha rafforzato la cooperazione accademica e tecnologica con diversi atenei cinesi di prestigio, andando a rafforzare i rapporti già numerosi e consolidati dell’ateneo con la Cina.

L’intervista è di Giovanni Breglio, professore al Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione e Delegato del direttore per la Cina.

 

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Il DIETI ha avviato da due anni nell’ambito del CI-LAM una summer school sui temi della maniffatura avanzata con l’Università di Bergamo e la Tsinghua University. Chi sono i partecipanti e quali sono stati i principali risultati?
Il Programma CI-LAM è stato firmato nel 2017 a Pechino, come accordo di cooperazione Italo-Cinese sui temi dell’Industria 4.0 nell’ambito della Settimana Italia-Cina dell’Innovazione, organizzato per l’Italia da Città della Scienza di Napoli.
Oltre alla Federico II e all’Università di Bergamo, sono attori principali la prestigiosa Tsinghua University di Pechino, la China Science and Technology Automation Alliance (CSAA) (una delle organizzazioni più attive in Cina nell’area della Manifattura Intelligente) e dell’incubatore di imprese Campania NewSteel.
Nel 2018, abbiamo organizzato un workshop didattico con studenti italiani e cinesi, nel corso del quale è stato progettato un prototipo di parete idroponica “intelligente” (completamente automatizzata ed autosufficiente) presentata ai Ministri della Ricerca nell’ambito della Settimana dell’Innovazione.
Nel 2019, abbiamo realizzato a Napoli la prima edizione della Summer School del CI-LAM. Hanno partecipato 22 studenti provenienti dai tre atenei: la Tsinghua, Bergamo e Napoli. Il programma didattico, che ho coordinato, è stato curato da docenti delle università italiane, e ha previsto lezioni e di attività di laboratorio in cinque moduli: Robotics & Industrial automation; Digital Systems for Industry; Web Technology for Industrial applications; PLC Programming e Mechatronic System Design.
I riscontri da parte degli studenti sono stati sempre entusiastici. Attualmente eravamo impegnati con i nostri partner nella programmazione della seconda edizione della Summer School, che si sarebbe dovuta tenere a Pechino presso la Tsinghua University, ma che purtroppo abbiamo dovuto cancellare per i ben noti problemi collegati alla diffusione pandemica del virus COVID-19.

Perché oggi consiglierebbe a un giovane ricercatore di svolgere un periodo di specializzazione o ricerca in Cina?
Partiamo dalla premessa che un ricercatore, specialmente nelle materie tecnico-scientifiche in cui opero, debba sempre arricchire il proprio bagaglio culturale e di conoscenza, facendo esperienze internazionali. È bene, poi, che queste esperienze portino frutti nei nostri territori specialmente al sud Italia. Perciò, a questi ricercatori, dico sempre: “Tornate a casa, che il vostro contributo è fondamentale per lo sviluppo della Campania e del Sud!”
Detto ciò, se fino al 2000, le mete per eccellenza erano gli Stati Uniti e poi parte del nord Europa; adesso, grazie anche all’apertura culturale, ma soprattutto alla crescita scientifica, le mete che consiglio ai miei ricercatori sono anche il Giappone e la Cina.
In particolare, in questi ultimi 10 anni, la Cina ha fatto passi da gigante dal punto di vista tecnologico, lo vediamo soprattutto nei campi delle telecomunicazioni, dell’elettronica, dell’elaborazione e trattamento dei Big Data. Ne è un esempio lampante anche come hanno affrontato l’emergenza Covid-19 ed il contenimento del contagio!
Inoltre le procedure di ingresso sono molto più facili rispetto a 20 anni fa.
Aggiungiamo che oramai le più importanti università cinesi (e la Tsinghua ne è un esempio) sono fra le Top mondiali. Ecco perché consiglio ai ricercatori di spendere un periodo della loro formazione in Cina. È per questo che da circa 5 anni, in qualità di delegato per la Cina presso il mio dipartimento, lavoro per stringere nuovi Contratti di Cooperazione scientifica ed accademica con atenei ed istituzioni di questo paese.

Come pensate ripartire con la programmazione della summer school nel 2020 e come evolverà la collaborazione dopo l’emergenza Covid-19?
Quando è partita l’epidemia Covid fine 2019 inizio 2020, eravamo con i nostri partner, in piena organizzazione per la seconda edizione della Summer School CI-LAM, che si sarebbe svolta a Pechino presso la Tsinghua University nel luglio 2020. Ma a gennaio siamo stati travolti dagli eventi, ed insieme abbiamo capito che non sarebbe stato possibile organizzarla a Pechino. I mesi successivi con l’estensione della pandemia, poi, ci hanno fatto capire che nessuna organizzazione che prevedeva movimenti di studenti poteva essere presa in considerazione. È davvero un peccato perché nel frattempo avevamo allargato il bacino degli studenti interessati, sia lato cinese, sia lato italiano dove le università di Pisa e del Salento avevano mostrato un ottimo interesse al progetto. Comunque non ci siamo arresi!
Nella prospettiva di tornare appena possibile all’organizzazione “in presenza” (perché l’esperienza di aula è fra le più arricchenti per gli studenti), è nata la proposta di organizzare Webinar tematici, rivolti agli studenti del CI-LAM che, grazie alle tecnologie di didattica telematica, possano essere fruiti dai ragazzi senza muoversi dai rispettivi paesi e luoghi di residenza. È questo il modo per non perdere interesse sul ‘pezzo’, continuare i contatti e mantenere la cooperazione attiva, e di ritrovarci pronti alle nuove organizzazioni di Summer School (ed altro) quando questo triste e critico periodo lo avremo lasciato alle spalle!