Città della Scienza ha portato in Cina 3 giovanissime Startup italiane per un’opportunità unica di internazionalizzazione e matchmaking.
Dal 14 al 25 aprile infatti, nella città cinese di  Shenzhen, si tiene l’International Best Startup Showcase, uno dei principali showcase internazionali sulle startup, nell’ambito del quale Città della Scienza ha organizzato la partecipazione italiana -in collaborazione con l’incubatore Campania Newsteel – all’interno del programma del Governo italiano di internazionalizzazione dei sistemi ricerca innovazione tra Italia e Cina coordinato da Città della Scienza.

Di seguito il resoconto delle tappe principali delle 3 startup all’International Best Startup Showcase:

La giornata del 15 aprile è stata dedicata alla presentazione dei progetti imprenditoriali ai diversi Partner e investitori cinesi intervenuti per valutarli e supportarli nel loro processo di approdo nel mercato cinese. Le presentazioni hanno riguardato start-up italiane, inglesi e statunitensi che hanno partecipato a questa edizione dell’International Best StartUp Showcase. L’evento è organizzato dalla Rete per il Trasferimento Tecnologico internazionale cinese (ITTN) con la collaborazione dei partner chiave per la cooperazione scientifica dei rispettivi Paesi: Città della Scienza (promotore della Best StartUp Showcase nell’ambito della Settimana dell’Innovazione sino-italiana) US-China Innovation Alliance (organizzatore della Innostars Competition, il programma di supporto delle StartUp statunitensi) e l’omologo programma britannico, UK-China Innovation and Entrepreneurship Showcase.
I lavori sono iniziati presso la China Guanlan  Original Printmaking Base, centro che raccoglie la tradizione degli stampatori cinesi situato nel distretto di Longhua, a Shenzhen. Il Distretto sta adottando una poderosa politica di attrazione dei talenti stranieri, in linea con la strategia nazionale cinese di sostegno alla penetrazione delle start-up nel Paese. L’intervento di apertura della giornata è infatti stato tenuto dalla presidente del Distretto, che ha spiegato nel dettaglio tutti i vantaggi, per un’impresa straniera, di stabilirsi a Shenzhen, dalle  politiche di housing al supporto finanziario.
Il programma è poi proseguito con l’indirizzo di saluto di Yan Xiaohong, Dirttore del Centro per gli Scambi scientifici e tecnologici cinesi, diretta emanazione del Ministero della Scienza e della Tecnologia della Repubblica Popolare Cinese. L’introduzione ai lavori è stata poi avviata da John Zhang, segretario generale di ITTN e da Carlo Bonadonna, amministratore di NorthZone e mentor del PoliHub di Milano.
Le presentazioni degli start upper sono iniziate nel primo pomeriggio ed hanno riguardato 8 settori: Tecnologie informatiche e digitali, Biomedicina e biotecnologia, Energia rinnovabili e Ambiente, Industria energetica, Industria manifatturiera, Nuovi materiali, Agrotecnologie e Servizi avanzati per l’industria.
Nell’ambito del primo slot, è intervenuto Matteo Lorenzoni, Marketing Manager della startup romana Spazio Futuro, che ha sviluppato un sistema innovativo di previsioni meteorologiche in tempo reale per l’aviazione civile e ultraleggera chiamato IMMA (International Micro Meteorology Aircraft).
Vincenzo Fracassi, fondatore e amministratore di DigitalGreen, impresa siciliana con un team internazionale (principalmente olandese), ha poi presentato la propria idea innovativa, basata su servizi digitali in favore degli orticoltori. L’impresa è stata l’unica italiana ad avere la possibilità di presentarsi a rappresentati cinese nel settore dell’agrotecnologia, uno dei più promettenti della cooperazione bilaterale.
Nella sezione dedicata all’industria manifatturiera, è infine intervenuto Luca Rossettini, amministratore di D-Orbit, impresa milanese che offre prodotti e servizi end-to-end nel settore aerospaziale. In particolare, D-Orbit ha sviluppato un sistema innovativo in grado di garantire lo smantellamento dei satelliti al termine del loro ciclo di vita e di garantire il lancio e il posizionamento di costellazioni composte fino a 16 satelliti in 4/6 settimane.
Nel corso della giornata, le Start-Up hanno avuto la possibilità di svolgere i primi incontri con investitori, rappresentati governativi e municipali e altre imprese, per verificare la possibilità di avviare rapporti di collaborazione o scambio scientifico e tecnologico nel Paese.

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La giornata del 16 aprile è stata dedicata ad un seminario di approfondimento sui temi del’imprenditoria e del trasferimento tecnologico. Gli imprenditori italiani, inglesi e statunitensi che stanno partecipando all’International Best Start-Up Showcase di Shenzhen hanno così avuto modo di affrontare alcuni nodi cruciali dell’approccio al mercato cinese.
I lavori sono stati aperti da John Zhang, segretario generale della Rete Internazionale di Trasferimento Tecnologico cinese, ITTN, principale organizzatore dell’iniziativa. Zhang ha evidenziato il ruolo di ITTN quale centro di trasferimento tecnologico certificato dal governo cinese. Ha offerto una panoramica sui sistemi per aiutare le imprese a superare la death valley che giace tra l’idea e la sua industrializzazione ed ha infine offerto una chiave di lettura delle tendenze di mercato dei prossimi anni. Riportando i dati contenuti in un recente studio di KPMG, Zhang ha spiegato che le tre tecnologie in grado di influenzare il mondo nei prossimi anni saranno Internet of Things, Robotica e Intelligenza Artificiale e che i due principali ostacoli all’affermazione di una innovazione sono attualmente la difficoltà di dimostrarne l’efficacia e il mancato accesso al capitale finanziario. Infine, Zhang ha chiarito il ruolo della Cina quale cerniera tra i Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo.
Successivamente, è intervenuto Luca Vittorio Canepa, di LVC Management and Service Consulting e mentor del PoliHub di Milano. Dopo aver illustrato i dati principali dell’innovazione in Italia, Canepa ha spiegato il potenziale delle StartUp per condurre l’innovazione e per creare nuovi posti di lavoro ed ha poi fornito una serie di indicazioni utili per  rispondere alla crescente domanda di innovazione a livello italiano ed europeo.
E’ stata poi la volta di Mariano Iadanza, responsabile del Business Innovation Centre di Città della Scienza, partner tecnico del MIUR per la cooperazione scientifica e tecnologica tra Italia e Cina. Iadanza ha illustrato i principali risultati della cooperazione italo-cinese negli ultimi 10 anni: 8.000 scambi tra professionisti, 5.500 organizzazioni e imprese che hanno beneficiato di servizi di accompagnamento in Cina e 600 accordi di cooperazione firmati. Iadanza ha offerto una descrizione delle politica di ricerca italiane e cinesi da qui al 2025, ha presentato i servizi del Centro di Trasferimento Tecnologico italo-cinese, di cui Città della Scienza è fondatore ed ha tracciato le tappe della cooperazione bilaterale per il 2018: missioni di accompagnamento dei Cluster tecnologici nazionali italiani in Cina, consolidamento dei servizi a supporto delle imprese, potenziamento del China-Italy Maker Space quale piattaforma di cooperazione sulla fabbricazione digitale. Ha infine spiegato in dettaglio i servizi offerti da Città della Scienza alle start-up italiane per l’accesso ai mercati cinesi e ai partner asiatici per la firma di accordi di cooperazione in Italia con Centri di Ricerca, Università, Associazioni di categoria e di imprenditori.
Nel pomeriggio, i lavori sono ripresi con l’intervento di Roberto Luzi Crivellini, partner dello Studio Legale Macchi di Celleri Gangemi. Crivellini ha offerto una panoramica dei rischi e delle opportunità legati alla costituzione di una Joint Venture in Cina, con specifici approfondimenti sui temi della proprietà intellettuale (brevetti nazionali, europei e internazionali), sulle tecniche di negoziazione coi Partner cinesi e sulle tappe per stringere una partnership in Cina (dal Memorandum of Understanding, al Non Disclosure Agreement all’accordo commerciale vero e proprio). In particolare, Crivellini ha sottolineato la differenza tra brevettare un prodotto ed essere capaci di difenderlo all’estero ed in particolare in Cina.  Ha poi trattato il tema del MoU che deve essere da un lato chiaro sotto il profilo dell’obiettivo e dei milestones, e dall’altro evitare di essere sia troppo generico ovvero troppo dettagliato. Il MoU è un documento fondamentale, benché la sua efficacia giuridica sia discussa; nondimeno esso va sottoscritto perché traccia le basi della cooperazione con la Cina.
La seconda tappa fondamentale della negoziazione è l’NDA il quale oltre a fissare chiaramente le obbligazioni delle parti, deve essere country specific  e dunque applicabile e perseguibile in Cina. In questo senso, l’approccio copia e incolla non può chiaramente funzionare, perché non avrebbe alcun impatto in Cina. Anzi, la giurisdizione cinese è in genere più veloce e assai più efficace di quella italiana o europea e conviene affidarsi ad essa. Inoltre, bisogna sempre assicurarsi che l’accordo sia firmato dal legale rappresentate e rechi il timbro dell’azienda cinese che lo firma (in caso contrario, chi lo sottoscrive per parte cinese non ha in genere l’autorità per farlo). L’accordo deve specificare la durata e deve essere almeno bilingue (inglese e cinese). Fondamentale è dunque il supporto di professionisti che guidino l’impresa nella compilazione di tale Accordo.
Se dopo questa fase si arriva ad un accordo commerciale, bisogna stare attenti a valutare se sia il caso di arrivare a una joint venture. Questa è una delle forme di cooperazione ma non è l’unica che si può attivare e soprattutto essa è molto impegnativa, anche perché richiede l’apporto di capitale proprio e non quello di un investitore straniero. Tale investitore può intervenire prima o dopo,ma in genere non nella fase di costituzione della JV. Nella Joint venture, l’impresa italiana deve apportare denaro oppure un brevetto non si può pensare di portare solo il proprio patrimonio relazionale o la propria reputazione o una buona idea (magari non protetta).
La presentazione di Crivellini ha rivestito una particolare importanza in quanto nel corso della International StartUp Showcase, l’ITTN ha firmato un Memoradum of Understanding con Legalmondo, piattaforma di supporto legale per l’internazionalizzazione delle imprese, di cui Crivellini è uno dei Partner.
Il seminario è proseguito con l’intervento di Majid Anwar, Fondatore e amministratore di Modo Systems LTD, impresa che sta cercando di rivoluzionare il modo di trattare i big data e che ha al momento elaborato un sistema per tenere traccia, con un unico applicativo, dei milioni di file che ciascuno di noi produce e riceve attraverso i moderni sistemi e le moderne applicazioni tecnologiche. Anwar ha spiegato che entro il 2020 la Cina e l’India avranno il 29% del mercato mondiale delle tecnologie digitali, vista la loro crescente popolazione  e rappresentano dunque non solo un’opportunità enorme per le imprese che operano nel settore, ma anche una sfida enorme per tutti i rischi che sono legati alla gestione dei big data e alla loro protezione. Il software elaborato da Modo è già approdato nel mercato cinese, attraverso una partnership con AliBaba, il principale operatore digitale attivo in Cina.
E’ stata poi la volta di Li Jianqiang, direttore del Centro di Ricerca e di Tecnologia di Pechino. Li ha illustrato i servizi offerti da Shenzhen Juneng Capital, una holding che offre servizi di accesso ai finanziamenti, a programmi di accelerazione, a percorsi di incubazione in Cina, nell’area di Shenzhen. L’azienda offre anche consulenza generalizzata e due diligence rispetto alle esigenze delle PMI che intendono internazionalizzarsi in Cina.
Successivamente, è intervenuta Alessandra Capriglia, in rappresentanza di Innoway, l’Incubatore localizzato a Pechino. Capriglia ha illustrato i servizi di supporto al soft landing offerti da tale organizzazione, evidenziando i comuni errori da evitare per approdare con successo al mercato cinese. Innoway ha collaborazioni strutturate col mondo della ricerca, dell’innovazione e dell’impresa in Cina e offre servizi di supporto sia di base (sostegno nelle pratiche di ottenimento del visto) sia avanzate (investimento finanziario nelle imprese con sussidi, finanziamenti o ingresso nel capitale sociale). Ha partnership rilevante anche a livello internazionale, tra cui StartUp Grind, la piattaforma di Google per gli imprenditori.
Infine ha preso la parola Robin Peter Tensen, responsabile del mercato cinese per Globaltech_IP, società che offre servizi di supporto per l’internazionalizzazione in Cina ad aziende provenienti principalmente da Regno Unito, Israele, Australia, Stati Uniti ed Unione Europea.

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 17 aprile la delegazione degli start upper ha avuto modo di visitare la Exhibition Hall di Longhua, distretto di Shenzhen che sta adottando una importante azione di attrazione di giovani talenti e idee imprenditoriali nella propria area. A seguire, tecnici e rappresentanti dell’area hanno avuto modo di illustrare in dettaglio, nel corso di un seminario tecnico, le opportunità per i diversi tipi di impresa (da start-up a piccola impresa fino ad arrivare alle grandi aziende) e hanno anche presentato le politiche di sostegno alla ricerca e all’innovazione adottate.
Una ristretta delegazione internazionale, formata dai Partner della rete Internazionale di Trasferimento Tecnologico cinese, ha invece preso parte ad un study visit presso l’azienda Tencent, il gigante cinese delle telecomunicazioni e dell’high tech, inventore del più popolare applicativo di messaggistica istantanea usato nel Paese asiatico: We Chat. Per parte italiana vi hanno preso parte Mariano Iadanza, Responsabile Business Innovation Centre di Città della Scienza, Roberto Luzi Crivellini e Carlo Bonadonna, Mentor del PoliHub di Milano e membri del Board di ITTN.
Tencent ha iniziato nel 1999 con un’altra app, QQ, che conta ancora oltre 200 milioni di utilizzatori. WeChat, lanciato nel 2011, e assai più diffuso qui di Whatsapp, conta al momento 989milioni di utilizzatori in tutto il mondo, con primati che in Europa appartengono peraltro a Italia e Regno Unito, benché lo strumento sia naturalmente enormemente diffuso in Cina.
La sola sede locale del colosso cinese dà lavoro a 9mila persone ed è equipaggiato con ogni comfort per rendere piacevole il lavoro, da zone di relax interne, ad attività sportive, tra cui basket, pallavolo, corsa, arrampicata sportiva. Negli ultimi anni Tencent ha depositato oltre 23mile richieste di brevetto e ne possiede quasi 7mila.
Nel medesimo distretto hanno sede le principali aziende che si occupano di HighTech in quella che è la vera e propria Silicon Valley cinese. Nel cuore della zona sorge l’Incubatore TechStar esperimento di successo per i processi di incubazione di startup sia locali che estere, con una politica molto accurata in tema di selezione delle compagini che accedono ai propri servizi.
In occasione della visita di TechStar, la delegazione italiana ha presentato i progetti delle 10 startup presenti ad una platea di investitori e Alumni di Jungen Capital, un fondo di investimento a forte partecipazione cinese.

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