Acquacoltura: un mare da “allevare”

Acquacoltura: un mare da “allevare”
Acquacoltura: un mare da “allevare”
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Il mare è da sempre una risorsa fondamentale per l’umanità. I mari e gli oceani, oltre a garantire l’equilibrio ambientale del pianeta Terra, offrono numerose opportunità economiche: dallo sfruttamento energetico all’estrazione minerarie, dal turismo alle biotecnologie, fino all’acquacoltura. Oggi la blue economy è in forte crescita e in particolar modo il settore dell’acquacoltura. Il rapporto SOFIA della FAO, infatti, segnala il boom dell’acquacoltura a livello globale. Secondo lo studio non si era mai mangiato tanto pesce come negli ultimi anni: 20 chili pro capite ogni anno, il doppio rispetto agli anni Sessanta. Sulle nostre tavole però arriva principalmente pesce di allevamento, che oggi rappresenta il 44% della produzione globale e il 50% del consumo. È chiaro, quindi, che l’acquacoltura sia diventata un campo della blue economy di fondamentale importanza contribuendo più della pesca all’alimentazione umana. Per l’ambiente il ricorso sempre più massiccio all’acquacoltura è una buona notizia in termini di tutela della biodiversità, ma d’altra parte anche l’acquacoltura pone i suoi problemi. Anche quando si “coltiva il mare” bisogna rispettare l’ambiente e la sua biodiversità, se non si vuole rischiare di provocare danni enormi. Come coniugare quindi acquacoltura con rispetto dell’ambiente? Secondo l’ONU per tutelare la salute dei mari e degli oceani vige la regola di chi inquina paga e il principio di ricostituzione delle risorse ittiche. Se quindi è certo che il futuro è nell’acquacoltura e nel pesce coltivato, risulta altrettanto importante ricordare che l’ecosistema marino è un bene pubblico, la cui salute e biodiversità è alla base della sostenibilità della Terra.

 

Quali sono le potenzialità del settore per l’economia italiana? Quali invece i principali problemi legati all’acquacoltura?

*L’immagine in evidenza è ripresa da Flickr

1 Commento

  1. Personalmente concentrerei gli sforzi della ricerca sul trovare un modo per regolamentare la pesca in modo tale da mantenere una biodiversità elevata,senza però abbassare la qualità del pesce sulle nostre tavole,servendo pesci di allevamento; considerando anche che rendendo il pesce pescato più raro ne farebbe alzare il prezzo così da incentivare la pesca di frodo e quindi mettendo in atto un processo che andrebbe a distruggere la biodiversità,rendendo così gli sforzi per la ricerca controproducenti

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