Conoscere la storia e l’identità dei territori attraverso la cibosofia

Conoscere la storia e l’identità dei territori attraverso la cibosofia
Conoscere la storia e l’identità dei territori attraverso la cibosofia
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Conoscere il territorio attraverso i sapori dei piatti culinari. Questo è il principio base della cibosofia che propone di leggere ogni piatto come un intreccio di alimenti, storia, cultura e tradizione di un territorio e del suo popolo. Questa chiave di lettura è sempre più usata da cuochi e chef per raccontare con la propria cucina la cultura millenaria del cibo. Ricette tradizionali, prodotti locali, antichi e nuovi saperi sono ricercati con cura dai cuochi per dar vita a piatti capaci di raccontare la storia e l’identità di un territorio. Ecco così che la cucina diventa un’occasione per i cuochi di raccontare con i sapori di un piatto la storia dei prodotti usati e per chi mangia di conoscere tradizioni e valori culinari millenari.
La cibosofia è un nuovo approccio alla cucina che, partendo da tutto ciò che offre la nostra terra, riesce a raccontare il patrimonio culturale e l’identità dei territori. Il cibo, quindi, riesce, si, a soddisfare la nostra fame fisiologica ma anche la voglia di scoprire e conoscere la tradizione e la cultura di un luogo attraverso i cinque sensi. I nostri territori sono veri e propri giacimenti di specialità alimentari e tradizioni culinarie da scoprire e imparare a conoscere e valorizzare. Il Sud rappresenta un eccellente esempio di come la cucina può farsi depositaria di valori e storie dei territori, proponendo gusti e ricette antiche rivisitate. In Basilicata un esempio di cibosofia è la cucina dello chef lucano Federico Valicenti, Ambasciatore della Basilicata 2016.
Di cibosofia e identità territoriale si parlerà anche a Futuro Remoto grazie ai laboratori coordinati dall’Associazione Idea. Curiosi? Noi vi aspettiamo!
 
Quale cibo e ricetta della tradizione usereste per raccontare la cultura e lo spirito di Napoli? Ci sono tradizioni e ricette culinarie del Made in Italy che potrebbero essere preservate attraverso la cibosofia?
 
*L’immagine in evidenza è ripresa da Flickr

8 Commenti

  1. LA CIBOSOFIA NON E’ NIENT’ALTRO CHE IL RACCONTO DEL TERRITORIO ATTRAVERSO IL CIBO! CHI PIU’ DI NAPOLI PUO’ ESSERE IL MOTORE DI QUESTE NUOVE SCOPERTE ATTRAVERSO IL RECUPERO DELL’ARCAICITA’ DEI “FATTARIELLI” I RACCONTI DELLA QUOTIDIANETA’ INTRISA DI VERBO E DI SAPORI.

  2. Grazie chef la aspettiamo a Futuro Remoto

  3. A tale proposito: “L’idea italiana è che se si vuole provare il vero cibo italiano (regionale) bisogna andare nella singola regione, città, località in cui si trova la materia prima e la ricetta si tramanda. Il cibo, quindi, non solo l’atto del cibarsi, ma cultura, tradizione, studio, conoscenza”.
    Si rimanda a http://www.effettonapoli.it/neapolitan-style/una-risposta-a-the-economist-su-pizza-napoletana-e-cibo-italiano/

  4. ottimo modo di unire cultura e cibo insieme. Non vedo l’ora di venire a futuro remoto per sentirne parlare…

  5. La prova concreta che il cibo ci può dirci molto del territorio in cui viviamo.

  6. Ciò che potrebbe descrivere meglio la cultura e la tradizione napoletana è sicuramente la pizza, con la sua storia, il suo profumo e il suo distintivo sapore.

  7. per raccontare la cultura e lo spirito della città di Napoli non c’è cibo più adatto della pizza

  8. Cibosofia, un approccio nuovo per conoscere la storia di una città, attraverso usanze che non ci appartengono e che possono arricchirci su fronti nuovi

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