Sensori optoelettronici per il monitoraggio sismico

Sensori optoelettronici per il monitoraggio sismico
Sensori optoelettronici per il monitoraggio sismico
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Secondo le rilevazioni della Rete Sismica Nazionale negli ultimi 30 anni si sono verificati più di 190.000 eventi sismici in Italia e nei Paesi confinanti. L’Italia è infatti interessato da un’intensa attività sismica e per preservare l’inestimabile patrimonio artistico e storico e le zone abitate interessate possono essere utilizzati diversi tipologie di sistemi di monitoraggio sismico.
Ma perché utilizzare sistemi di monitoraggio strutturali ? La risposta sta nel fatto che la predisposizione di una costruzione a subire un certo danno a fronte di un evento sismico si definisce vulnerabilità. Questo significa che quanto più una struttura è vulnerabile, rispetto a fattori quali tipologia, progettazione, qualità dei materiali e modalità di costruzione, manutenzione, tanto maggiori saranno le conseguenze. Un costante monitoraggio strutturale consente di attenuare il rischio sismico stesso attraverso il controllo della vulnerabilità. Una tecnologie che potrebbe essere usata per il monitoraggio sismico è quella dei sensori in Fibra Ottica o sensori optoelettronici attraverso cui sarebbe possibile monitorare, in maniera costante e da remoto, il comportamento dinamico delle diverse strutture e permettendo di individuare l’insorgere di fenomeni sismici o semplicemente di situazioni di cedimento strutturale. Tale tecnologia consente inoltre di poter definire il livello di danni oggettivi in conseguenza di un evento sismico. Il sistema di monitoraggio strutturale con sensori in fibra ottica è estremamente versatile e soprattutto di bassa invasività, caratteristiche queste che lo rendono molto vantaggioso. Una dimostrazione pratica del funzionamento in tempo reale di questo tipo di sistema di monitoraggio sarà proposta nel padiglione Terra Madre da esperti del Dipartimento di Ingegneria elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione dell’Università degli Studi Federico II di Napoli.

 

*L’immagine in evidenza è ripresa da Flickr

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