Gli effetti del riscaldamento globale ai poli

Gli effetti del riscaldamento globale ai poli
Gli effetti del riscaldamento globale ai poli
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Inquinamento, uso di combustibili fossili e emissione di grandi quantità di CO2 hanno oggi un forte impatto sull’equilibrio dell’ecosistema Terra. Le conseguenze più allarmanti sono quelle che interessano il clima, in particolare il riscaldamento globale. L’agosto 2016 è stato infatti il mese più caldo mai registrato, oltre a essere il 16esimo mese consecutivo ad aver superato ogni record precedente di temperatura. Secondo gli studiosi l’intero pianeta si sta riscaldando ma a preoccupare maggiormente è lo scioglimento dei ghiacciai ai Poli. Le due regioni polari si stanno infatti riscaldando a ritmi diversi. L’Antartico sembra oggi essere protetto perché i venti e le correnti marine spingono l’acqua più calda intorno all’Artico. Proprio in questa regione secondo la NASA nei primi dieci giorni di settembre si è registrata l’estensione minima del ghiaccio marino artico pari a 4,14 milioni di chilometri quadrati. I satelliti hanno infatti rilevato nei primi dieci giorni di settembre come lo scioglimento della superficie di ghiaccio marino sia stata molto veloce con una perdita pari a 34.100 km quadrati al giorno contro una media di 21mila km quadrati. Gli effetti del cambiamento climatico non riguardano solo lo scioglimento del ghiaccio ma anche la sostituzione di superfici chiare con quelle scure delle acque sottostanti favorendo quindi l’assorbimento delle radiazioni solari e contribuendo ad alimentare maggiormente il riscaldamento della regione. L’Artico non è una regione disabitata e il rapido aumento della temperatura con il conseguente scioglimento dei ghiacci mette a dura prova la sopravvivenza la biodiversità di questi ambienti. Ad esempio si stima che sono ben 19 le popolazioni di orsi che hanno sempre più maggiori difficoltà nella ricerca di cibo e per la loro riproduzione.

Il delicato equilibrio nelle regioni polari dimostra quanto sia necessaria la ricerca scientifica per capire come salvaguardare la biodiversità di tali ecosistemi. A Futuro Remoto l’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del CNR di Napoli presenterà il 10 ottobre presso il Circolo Ufficiali della Marina Militare la campagna marina internazionale che ha visto impegnati ricercatori italiani, tra cui il professore Guido di Prisco uno dei principali protagonisti delle campagne italiane in Antartide e nell’Artico, nello studio dell’area subantartica compresa tra la Terra Del Fuoco (Cile) ed il Sud-Africa.

 

*L’immagine in evidenza è ripresa da Flickr

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