Scienza sui generis

Scienza sui generis
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Nelle materie scientifiche se la cavano meglio le ragazze o i ragazzi? Che cosa cambia se in un laboratorio c’è una donna e se, invece, c’è un uomo? È vero che la scienza è uguale per tutti e tutte? A queste e altre domande proverà a rispondere il pubblico di Futuro Remoto insieme al team di GENOVATE@UNINA che sarà presente in Piazza Plebiscito nei giorni 7-8-9 ottobre con laboratori, fumetti, e un pizzico di statistiche di genere.
Futuro Remoto sarà anche l’occasione per presentare alla cittadinanza l’Osservatorio di genere sull’università e la ricerca recentemente costituito nell’Università di Napoli Federico II. L’Osservatorio nasce nell’ambito del progetto europeo GENOVATE che ha implementato il primo Gender Equality Action Plan (GEAP) dell’Ateneo Federico II.
Le azioni del GEAP, come la realizzazione di un programma di mentoring da donna a donna nell’università, la pubblicazione del primo Bilancio di Genere dell’Ateneo Federiciano, l’analisi delle disuguaglianze di genere nella valutazione della ricerca, hanno fatto sì che l’Università Federico II divenisse un importante punto di riferimento per altre istituzioni accademiche e di ricerca attive nel gender mainstreaming in Italia. L’Osservatorio raccoglie le esperienze e le competenze acquisite grazie al progetto GENOVATE, per costruire una cultura scientifica che non solo sia attenta alle prospettive di genere, ma soprattutto capace di valorizzare tutte le diversità.
 

*Ilenia Picardi è una delle responsabili dell’Osservatorio di genere sull’università e la ricerca dell’Ateneo Federico II
 

* L’immagine in evidenza è stata fornita da Ilenia Picardi

2 Commenti

  1. e non che la scienza non è uguale per tutti…lo dicono le statistiche però nessuno ne parla: le donne (almeno in Italia) hanno tempi di precariato molto più lunghi degli uomini. Inoltre alla Federico II i 2/3 dei ricercatori sono uomini…anche se nei laboratori è schiacciante la presenza femminile ! Meditiamo e diamoci da fare

  2. É stata un’ esperienza piacevole ed istruttiva ma probabilmente troppo lunga. Mi ha particolarmente colpito la conferenza sui problemi linguistici legati all’immigrazione e all’emigrazione ed in generale il dom comunico ergo sum.

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