Articolo su: Scrivere di Cibo, di Valerio Calzolaio

Gli scrittori inevitabilmente narrano di cibo, anche. “Scrivere di Cibo” è la rassegna libraria dedicata alla scrittura sulle culture del cibo, un viaggio nella storia dell’alimentazione, nella gastronomia e nel rapporto tra cucina e salute, nell’agricoltura e nelle opere di prosa e poesia che riguardano il cibo. Mercato e cucina sono annessi e connessi.

Si mangia e si beve per sopravvivere e, come noto, si è ciò che si mangia e si beve (al settanta per cento acqua, circa). Ognuno ha un multiforme complesso rapporto con la cucina e con gli alcolici, chi scrive in parte (direttamente o indirettamente) lo trasferisce in romanzi, racconti, poesie, fumetti, sceneggiature. La letteratura abbonda e si ciba di riferimenti a ciò che si mangia e si beve. Non sono stati pochi gli scrittori gourmet o sommelier, obesi o avvinazzati, e ciascuno di loro magari è pure un gran lettore. Ciò vale un poco per tutte le lingue usate in tutte le epoche letterarie per tutti i generi.

Giallo nel piatto” è la manifestazione nata per indagare meglio chi di cibo scrive attraverso uno specifico genere (i cui confini peraltro sono flessibili e aperti). Il genere si chiama “giallo” solo in Italia (per un’interessante vicenda editoriale promossa nel 1929), ne teniamo conto e in una dimensione non solo nazionale rivolgiamo attenzione ai generi letterari giallo-noir-mistery-thriller-kriminal-policier e alle centinaia di classificazioni di sottogenere. A dir la verità i generi del giallo sono quasi quanti le ricette regionali e i vitigni, la storia è lunga quasi quanto quella dell’alimentazione e delle fermentazioni. Ormai ci sono storie nazionali della letteratura “gialla” in ogni angolo del pianeta.

La prima edizione 2017 di “Giallo nel piatto” è sperimentale, una sorta di numero zero. Senza sottilizzare sul genere, ci troveremo per il gusto di stare con amici a chiacchierare di due significativi piaceri della vita, a riflettere su gastronomia ed enologia nella letteratura e sulla scrittura nei piatti e nei bicchieri, dal punto di vista sia di chi consuma che di chi produce (cibi o bottiglie e volumi o film). Vi sono infiniti reciproci spunti: colori, sapori, analisi visivo-olfattiva, struttura, abbinamenti, educazione al gusto, intrattenimento critico, pubblico, socialità, mercato, finanche cultura.

Non tutti consumiamo prelibati libri, cibi e vini, lo si fa ormai molto per piacere personale e, quando ci si abitua, non si riesce più a farne a meno. Diventiamo specialisti di un ingrediente o di una ricetta, di un vitigno o di una tipologia, di un autore o di una serie; aspettiamo con ansia la nuova annata o uscita; ci facciamo consigliare da amici o da esperti affidabili; accettiamo con curiosità mista a diffidenza un nuovo prodotto; ci piace discuterne dopo aver assaggiato o letto. Tutti gli incontri gastro-eno-letterari di “Giallo nel piatto” prendono spunto da un autore competente, da un libro sulle materie connesse, da un tema storico o specifico, testi scritti (o fiction da testi letterari) ove si parli di ricette, cucina, vini.

Non c’è bibliografia organica e completa sullo scrivere giallo di cibo, si tratta di costruirla insieme, a partire da quanto mangiato, bevuto, letto, ciascuno un poco. Presentiamo alcuni autori contemporanei italiani (con particolare attenzione a Napoli) che si sono dedicati al controverso rapporto di alcuni propri personaggi con l’alimentazione. Accenniamo alla presenza di ricette nel giallo antico e classico, sottolineando come gli abbinamenti con le bevande siano un fatto recentissimo e ancora raro (del resto, Artusi non metteva i vini ed è incredibile che ancora oggi venga rieditato e citato in tante forme senza porsi il problema).

Abbiamo cominciato a riflettere su grandi scrittori che hanno dedicato pagine celebri alla cucina e agli alcolici (in genere bevuti non a pasto e in solitaria). Accenniamo alla tragedia greca ma pure a Hammett, Simenon, Stout, Montalban, Camilleri. Abbozziamo connessioni con la fiction televisiva e cinematografica. Proviamo a presentare varie attività multimediali connesse al genere giallo quando si sono occupate in qualche modo anche di mangiare e bere. Il primo spettacolo teatrale parte dal racconto enonoir del fondamentale precursore Poe, poi mescoliamo il De Giovanni giallista a quello tifoso. Invitiamo a riflettere sulle tante connessioni culturali della scrittura (non solo “gialla”): la matematica, la biologia, la scienza, la stessa poesia. Riprendiamo il filo delle cene con delitto. Con moderazione e gusto. Già pensando al prossimo pasto, al prossimo libro, alla prossima bevuta, alla prossima edizione.

Valerio Calzolaio

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