Macchine Spaziali

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Le MSxB sono delle installazioni, a metà tra giocattoli e microarchitetture. Si chiamano così perché sono dei dispositivi che fabbricano uno spazio, ognuno con delle particolari qualità. Di conseguenza, favoriscono l’esperienza che a quello spazio é collegata.

La qualità di uno spazio può risiedere nel rapporto tra pieno e vuoto, luce e ombra, opaco e trasparente, denso e rarefatto. Quando é significativa, stimola le capacità psico-cognitive di chi lo vive ma soprattutto, e più semplicemente, regala il piacere della sua esperienza.

Infatti le Macchine sono anche dei grandi giocattoli abitabili, e come i giocattoli più belli, si rendono disponibili a più interpretazioni, a più modi di giocare. Lasciano cioè uno spazio libero (questa volta metaforico) che possa essere colmato dall’immaginazione dei bambini, che continuamente ne reiventano il suo uso. Gioco e spazio, divengono entrambi una scoperta.

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L’idea di gioco
Le Macchine sono dunque immaginate come degli elementi aperti, degli oggetti che possano stimolare esperienze di gioco diverse e solo in parte prevedibili. Non ripropongono una specifica immagine, né vogliono imporre una specifica fantasia (il castello, la casetta…): in questo senso sono neutre, come possono esserlo una scatola di cartone, una tavola di legno. Alla base c’è l’idea che è attraverso degli elementi semplici, la possibilità di combinarli e realizzare così scenari diversi, che si raggiunge un’esperienza di gioco piena e appagante. Inoltre, esse ammettono una percentuale -sicuramente accettabile- di rischio. Se il gioco è una simulazione della vita reale, è solo dalla sua esperienza che un bambino apprende a valutarlo: ecco perché costituisce un fattore di formazione molto importante. Per tutto ciò, le Macchine propongono un’idea di gioco diversa da quella che ricorre nei parchi delle nostre
città, che un approccio e delle norme iperprotettive, una produzione appiattita e banale hanno reso di fatto dei recinti dove imperano vincoli d’ogni tipo, fisico e mentale; in cui elementi sempre uguali danno luogo a
poche e ripetitive dinamiche di gioco. Attraverso la semplicità, le Macchine vogliono dare spazio all’immaginazione.

Un Programma
In una fase iniziale si potrebbe puntare alla realizzazione di una/due macchine, con lo scopo di testarne l’uso, e verificare se ci sono le basi per estendere la collezione, o addirittura per una produzione in serie. La sperimentazione potrebbe essere estesa anche al progetto, con la partecipazione attiva dei bambini: questo darebbe modo di abbattere anche il grande paradosso della produzione dei giochi, quello che alla fine siano tutti pensati da adulti.
In effetti, più che di un programma preciso si tratta di un esperimento: dove sarà l’attività stessa indirizzare continuamente i passi successivi, a correggere gli errori, ad affinare gli obiettivi: un po’ come in uno schizzo, quando il disegno finale nasce dal dialogo continuo tra mano e mente, tra il fare e il pensare.

Un approfondimento:
Made in Earth ONLUS

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miur

Progetto “Città della Scienza 2.0: Nuovi prodotti e servizi dell’economia della conoscenza” finanziato dal MIUR a valere sulle risorse del FISR – Delibera CIPE 35/2014 – CUP: G64B140000100005.