Con il 2011 è iniziato il «decennio per la scienza in Africa». Da quest’anno e fino al 2020 i temi della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico dovranno salire in testa all’agenda politica del continente. Non solo per ragioni culturali, ma anche per ragioni socio-economiche.
La decisione – presa nel 2010 dall’AMCOST, l’African Ministerial Council on Science and Technology – è motivata da quattro idee di fondo.
- Il futuro, anche – e, per certi versi, soprattutto – nel continente più povero del pianeta, è nella conoscenza, in particolare nella conoscenza scientifica.
- L’Africa, malgrado le reiterate promesse del passato anche recente, può aspettarsi poco dai paesi ricchi e deve contare soprattutto sulle proprie forze.
- Nessun paese africano può farcela da solo, ma occorre creare una «rete africana della conoscenza».
- La rete fondata su centri di ricerca scientifica e di alta educazione, infine, deve ambire a standard di qualità assoluta.
Non sarà un’impresa facile portare il “continente nero”, la culla dove è nata e ha mosso i primi passi la specie Homo sapiens, nella società della conoscenza. C’è molto da fare. Il gap rispetto agli altri continenti è enorme. Lo dicono proprio i dati strutturali sulla ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico (R&S).