CIAO
CARLO

 

Ci piace ricordarti così.

 

Carlo D’Angiò a Città della Scienza, il 4 marzo 2016

Era la primavera del 1987 quando pensammo ad una manifestazione “satellite” del Congresso Nazionale di Fisica che si sarebbe svolto ad ottobre a Napoli. Ne parlai anche con Lui, discutemmo: vennero fuori delle idee, tante, originali e belle, che reggono tutt’oggi e, su tutte, Lui tirò fuori un titolo folgorante, “Futuro Remoto”: racchiudeva un intero mondo, rappresentava, in due sole parole, la più efficace sintesi di tutto quanto ci eravamo detti nelle nostre lunghe conversazioni.
E “Futuro Remoto” fu.
Da quell’87 gli anni sono volati, e le nostre frequentazioni, da quotidiane sono divenute per forza di cose un po’ più sporadiche; qualche volta è accaduto che non ci fossimo visti per mesi, ma  - come quando i legami amicali sono profondi, veri e forti – sembrava che ci fossimo lasciati il giorno prima.
E così è stato fino allo scorso inverno, quando Lui ci ha aiutato moltissimo nell’organizzare l’evento con il quale, il 4 marzo, presentammo alla città e alle Istituzioni nazionali l’edificio di “Corporea”; quell’evento culminò con un “concertone”, in una sala Newton straripante di pubblico, di giovani, di ragazzi, di adulti, ed anche di “ormai vecchi” come me, che son voluto restare fino a notte alta con Lui – con Te, Carlo – a sentir suonare e cantare come trent’anni prima.      
Trent’anni che abbiamo vissuto intensamente, insieme, sempre.
Ciao, Carlo
Vittorio

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