Innovazione, Startcup Campania 2019 Trionfano le realtà incubate a Città della Scienza

Un body scanner che restituisce immagini tridimensionali ad altissima definizione a partire da semplici foto del corpo del paziente, chip che aiutano il medico a definire strategie terapeutiche più appropriate e software per progettare il design di velivoli da trasporto: sono le tre soluzioni che hanno trionfato nella Startcup Campania 2019 aggiudicandosi rispettivamente il primo, il terzo e il quinto posto. Tre soluzioni accomunate dal fatto di essere afferenti all’Ateneo Federico II e accelerate nell’incubatore Campania NewSteel, partecipato e promosso da Città della Scienza e Università federiciana. Prossima tappa le finali nazionali del Premio nazionale dell’innovazione in programma a Catania il 28 e 29 novembre 2019.

Ad aggiudicarsi il primo premio è stata Inbody, startup impegnata nella realizzazione di un body scanner tridimensionale fotogrammetrico che consente un’acquisizione istantanea delle forme anatomiche del paziente a partire da semplici fotografie, con una precisione nella digitalizzazione nell’ordine del millimetro. Lo scopo è quello di velocizzare e migliorare in termini di qualità i processi produttivi di dispositivi biomedicali che richiedono modelli digitali accurati del corpo umano; si tratta quindi di uno strumento complementare all’esame radiografico per lo screening e il monitoraggio di patologie legate a deformazioni della struttura ossea. Il mercato di riferimento è sicuramente quello della “salute e benessere” con elevati margini di diffusione.
Il team di Inbody è composto da: Roberto Riccardo Ruggiero, Giuseppe Di Gironimo, Stanislao Grazioso, Mario Selvaggio.

Il primo dispositivo Inbody è giunto alla prototipazione fisica, ed a validazione in uno dei sui utilizzi primari (quello della fabbricazione di corsetti scoliotici), presso l’“Ortopedia Ruggiero”. A oggi, è stato utilizzato nella produzione di più di 1500 ortesi spinali. Inoltre il gruppo ha da poco ultimato un’ulteriore fase di evoluzione del progetto, ottimizzando la struttura a livello tecnico con un notevole impatto in termini di costi ed efficienza funzionale.I segmenti di mercato dell’impresa sono principalmente due: officine ortopediche per la produzione di protesi e ortesi; centri di riabilitazione per aiutare medici nel monitoraggio di patologie legate a deformità della struttura ossea corporea. Il progetto è attualmente in fase di pre-commercializzazione ed è stato portato avanti in un’attività di ricerca e sviluppo condotta presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale (DII) dell’Università di Napoli Federico II.

Campania StartCup 2019

Il terzo posto è stato conquistato da TenProProstate, dispositivo sviluppato da Elicadea. Si tratta di un biochip per il dosaggio di un pannello di dieci marcatori prognostici (TenProProstate) utili alla scelta della strategia terapeutica da adottare in pazienti con diagnosi di tumore prostatico. Tale kit consente di ottenere un indice di rischio che indica l’aggressività del tumore prostatico partendo da un unico prelievo di sangue. Il kit prodotto verrà offerto ai laboratori di analisi pubblici e privati che forniranno dati utili all’urologo. Quest’ultimo avrà così uno strumento in più per decidere se evitare la prostatectomia radicale al paziente con un migliore risultato in termini di qualità della vita. Rispetto ai metodi attualmente utilizzati, il kit proposto prevede il dosaggio simultaneo con metodica immunometrica completamente automatizzata di tutte le molecole del pannello disegnato per ottenere il profilo prognostico del paziente, partendo da una quantità di sangue non superiore ad 1 ml (corrispondente al prelievo di un’unica provetta di sangue). Attualmente per valutare la prognosi di un paziente con tumore prostatico è disponibile il dosaggio di singoli biomarcatori, con richiesta di prelievi di sangue multipli, aumentato consumo di reagenti e aumentato tempo di risposta, con un conseguente dispendio di risorse economiche per il paziente. L’ideatore del progetto è Daniela Terracciano, ricercatore universitario del dipartimento di Scienze mediche traslazionali.

Il quinto premio va a SmartUp Engineering.  Fondata a gennaio 2019 la compagine realizza software per il design, l’analisi e l’ottimizzazione di velivoli da trasporto. Il team, giovane e altamente qualificato, punta a soddisfare la futura domanda di innovazione, sempre crescente, nel campo dell’aerospazio. SmartUp Engineering è costituita da un gruppo di 10 persone, comprendenti docenti, ricercatori e dottorandi afferenti al dipartimento di Ingegneria Industriale, che lavorano attualmente alla fase finale di sviluppo e integrazione di diversi tool per il design concettuale di velivoli ibridi e l’ottimizzazione di velivoli da trasporto convenzionali. Particolari versioni del software, inoltre, puntano a trovare mercato all’interno del mondo accademico, con ampia diffusione nella platea studentesca. Le attività di consulenza saranno orientate all’ottimizzazione delle prestazioni, l’aumento della sicurezza e alla riduzione di consumi ed emissioni. Il progetto inoltre punta ad aggredire il mercato b2c attraverso lo sviluppo di nuovi software rivolti alle comunità amatoriali di gamers e agli appassionati delle tecniche di volo.

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