Invenzioni rivoluzionarie dall’antica Cina

La mostra “Invenzioni rivoluzionarie dall’Antica Cina” è una selezione della più ampia esposizione del China Science and Technology Museum di Pechino intitolata “The Glory of China”.  Quaranta strumenti, principalmente nel settore dell’astronomia e della navigazione, che rivelano il ruolo dominante della Cina nel processo di innovazione scientifica e tecnologica quando ancora l’Europa viveva la fase di stagnazione del medioevo.

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Riscoprire la grande tradizione scientifica cinese è tra gli obiettivi della mostra ospitata a Città della Scienza. Se oggi la Cina è una potenza economica mondiale, lo deve anche alla grande attenzione che da sempre ha riservato all’innovazione. Il risultato è che oggi la Cina è anche una grande potenza scientifica: negli ultimissimi anni, infatti, il numero di brevetti e pubblicazioni di scienziati cinesi ha raggiunto e presto supererà quello degli scienziati americani, grazie anche all’enorme investimento in termini di ricerca e sviluppo del governo di Pechino.

L’occasione è dunque importante per sensibilizzare il pubblico italiano riguardo la rilevanza dei processi di innovazione tecnologica e per avvicinarlo alla tradizione scientifica cinese, che ha più di un punto in comune con quella italiana. Per tale motivo, tra gli oggetti selezionati per la mostra “Invenzioni rivoluzionarie dall’antica Cina”, figurano principalmente strumenti legati ad analoghe invenzioni realizzate in Italia secoli dopo quelle cinesi.

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Tra queste, nell’ambito della misurazione del tempo e dell’astronomia sono esposte due meridiane, una delle quali risalente al III sec. a.C.; un orologio a incenso (dinastia Ming, XVII sec.), che poteva essere usato anche come raffinata “sveglia” ante litteram; un globo celeste che rappresenta i movimenti degli astri (dinastia Song del nord, XI sec.); una copia in scala dell’orologio astronomico dell’antica Cina; un atlante delle comete realizzato su seta e risalente all’epoca della dinastia Han occidentale (206 a.C-8 d.C.); una carta astronomica risalente al 526 d.C., ritrovata in una tomba nobiliare, che mostra circa 300 stelle e la striscia della Via Lattea, che rivela le straordinarie conoscenze astronomiche degli antichi cinesi e quanto fossero avanzati i loro strumenti di osservazione.

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Nel settore della navigazione sono esposti diversi tipi di bussola, dalla “bussola a pesce” dell’XI sec. in ferro che, in determinate condizioni, assumeva proprietà magnetiche, a quella realizzata con un filo sospeso in perpendicolare  sopra un magnete. A colpire sono soprattutto i diversi modelli di navi cinesi, a partire da quelle impiegate oltre duemila anni fa fino all’ammiraglia del famoso navigatore Zheng He, che nel XV secolo girò oltre 30 paesi tra Asia e Africa coprendo una distanza di oltre 100mila chilometri.

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Tra le altre invenzioni vale la pena menzionare il primo sismografo della storia, realizzato nel 132 d.C. sotto la dinastia Han dell’est: quando si verificava un terremoto, una sfera al centro del sismografo veniva fatta rotolare dalla sommità alla base, indicando il sisma e anche la direzione dell’epicentro.

Le oltre 40 invenzioni in mostra sono collegate a exhibit interattivi, nella tradizione dei science centre hands-on, con lo scopo di illustrare alcuni dei fenomeni scientifici alla base delle invenzioni esposte: dal magnetismo ai movimenti degli astri, dalle tecniche di stampa alla sismografia. In tal modo il pubblico ha modo di apprendere alcuni dei più affascinanti fenomeni scientifici ricostruendone l’origine e comparando il percorso di scoperta europeo, negli anni successivi al Rinascimento, con quello analogo avvenuto in Cina secoli prima.

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