Costruire una società democratica fondata sulla conoscenza. È questa, a ben vedere, la missione che fin dalla sua nascita si è data Città della Scienza. La conoscenza è un bene particolare. Perché usandola non si esaurisce, ma al contrario aumenta. Perché è immateriale ed è dunque tanto più preziosa in un pianeta che soffre per il consumo delle risorse fisiche (materia ed energia) naturali da parte di una sola specie, la specie umana. E, dunque, lo sviluppo della conoscenza può, in potenza, assicurare uno “sviluppo senza crescita”, un continuo aumento della qualità della vita degli uomini nel rispetto dell’ambiente che lo ospita.  In realtà, viviamo già nella società della conoscenza. Perché è ormai, lei, la conoscenza la leva principale per produrre ricchezza. L’economia di gran parte del mondo è, ormai, fondata sulla conoscenza, scientifica e non. Mai l’umanità ha prodotto così tanta ricchezza.
Purtroppo è anche vero che mai l’umanità ha conosciuto una così accentuata disuguaglianza.

Städter haben höheres Depressionsrisiko

La società della conoscenza non è ancora democratica. Anzi, la conoscenza invece di essere il più potente fattore di inclusione sociale è troppo spesso uno strumento di esclusione sociale. Stiamo tradendo l’ideale del filosofo, pioniere del pensiero scientifico, Francis Bacon, secondo cui la conoscenza «non deve essere a vantaggio di questo o di quello, ma dell’intera umanità». Di qui la necessità di rendere democratica la società della conoscenza. Sia rendendo la conoscenza accessibile a tutti e da tutti utilizzabile, per il proprio benessere materiale e spirituale. Sia facendone uno strumento di partecipazione, democratica appunto, alla costruzione di un futuro socialmente ed ecologicamente desiderabile.
L’Italia e, soprattutto, il suo Mezzogiorno non sono ancora entrati – non pienamente, almeno – nell’economia e nella società della conoscenza. Questo ritardo è una causa, forse la principale, del declino del paese e, in particolare, del Sud del paese. Un declino che dura da almeno trent’anni e che si è accentuato negli ultimi dieci. Non c’è dubbio: dobbiamo recuperare questo ritardo. Dobbiamo costruire anche in Italia – anche e soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia – una società della conoscenza. Anzi, una società democratica della conoscenza.

Il Centro Studi di Città della Scienza lavora per dare il suo modesto ma determinato contributo, di analisi e di progetto, alla costruzione a ogni livello – locale e globale – di una società democratica della conoscenza. E la fa cercando di mettere in rete sia le competenze che le volontà. La teoria e la pratica. Come è, da sempre, nello spirito della Città della Scienza.