Anche l’india ha il suo Space Shuttle

Anche l’India ha il suo Space Shuttle. La navetta spaziale – per ora – è solo un “modellino” di prova: è sei volte più piccolo della versione finale, che sarà pronta fra una decina d’anni, ma è già capace di mettere in orbita un satellite e di rientrare normalmente nell’atmosfera. Infatti, come annunciato dall’Indian Space Research Organization (Isro) il lancio di prova di Reusable Launch Vehicle-Technology Demonstrator (Rlv-Td) dal sito di Sriharikota è andato a buon fine.

Rlv-td è riuscito nella difficile prova della navigazione autonoma e ha resistito alla fase critica del rientro monitorato attentamente dalle stazioni a terra. È trascorso poco meno di un quarto d’ora dal lancio all’atterraggio, 770 secondi in volo in cui lo Space Shuttle indiano ha raggiunto i 65 chilometri di altezza e poi ha cominciato la sua discesa a una velocità pari a 5 volte quella del suono, superando con successo le alte temperature di rientro, grazie al sistema di protezione termale. Infine è atterrato nel mare di Bengala a circa 450 chilometri di distanza dalla piattaforma di lancio.

Un grande successo per il paese indiano, che già nel 2014 aveva lanciato verso Marte una sonda costata 74 milioni di dollari. E proprio all’epoca si pensò che l’India era ormai pronta: disponeva di tecnologie e capitali sufficienti per poter competere con le principali potenze spaziali. Ora che lo Space Shuttle originale della Nasa è andato in pensione, con il lancio di questa navetta l’India conferma la sua posizione. Un successo acclamato dal primo ministro Narendra Modi anche su Twitter, dove si è congratulato con gli scienziati dell’Isro per il “primo Space Shuttle indiano”.

Ora le prossime tappe dell’Agenzia spaziale indiana saranno lanciare altri due prototipi in scala e poi lavorare allo Shuttle vero e proprio, che volerà nello spazio per la prima volta nel 2030.