Una storia di straordinaria intercultura: contaminazioni di tecniche e stili nell’eccellenza delle ceramiche vietresi

Viviamo in una terra di accoglienza.
Il nostro territorio e le popolazioni che lo hanno abitato nel corso dei secoli hanno infatti sempre dimostrato di avere nella capacità di “accogliere” un valore distintivo della propria cultura e, quando lo hanno fatto, hanno saputo trarre dal processo di incontro tra il “proprio” mondo e quello altrui l’opportunità per arricchire il proprio patrimonio culturale.
Tutta la nostra storia – dai primi insediamenti coloniali ai giorni nostri – è un continuo racconto che ci parla di incontri e di contaminazioni culturali che, di volta in volta hanno prodotto cambiamenti o innovazioni in tanti aspetti della vita degli abitanti del territorio: dall’architettura all’arte, dalle abitudini alimentari al linguaggio.

L’accoglienza, intesa come capacità di riconoscere e fare proprio il valore di una cultura diversa dalla nostra, ha spesso generato risultati straordinari e dato vita ad alcune tra le principali eccellenze del nostro territorio. Tra queste, figurano certamente le ceramiche artistiche di Vietri sul Mare, famose in tutto il mondo, la cui storia (e la conseguente “fortuna”) appare costantemente legata alla presenza di “contributori” esterni e alle contaminazioni culturali che, di volta in volta, ne hanno segnato il percorso evolutivo.
Diverse sono le cause che hanno prodotto tali contaminazioni: i rapporti commerciali con le altre popolazioni, che da sempre (insieme alle guerre) hanno costituito il principale motivo di incontro tra culture e civiltà diverse; le collaborazioni con le altre scuole ceramiche della Penisola e del Mediterraneo in generale; i contributi forniti dai numerosi artisti stranieri che hanno soggiornato in costiera e che hanno nel periodo tedesco la massima espressione.
A tutti questi fattori ne va aggiunto un altro non meno determinante: la posizione strategica di cui Vietri ha sempre potuto godere nei secoli. La cittadina della costiera, infatti, si è potuta avvantaggiare nel X e XI secolo della vicinanza ad Amalfi che, nel suo periodo di massimo splendore, intratteneva rapporti mercantili con buona parte dei paesi del Mediterraneo. Successivamente, Vietri ha goduto dell’importante ruolo politico e religioso svolto dalla vicina abbazia benedettina di Cava de’ Tirreni (Vietri fu Casale di Cava fino al 1806), della quale ha potuto sfruttare, fin dal 1086 – anno in cui il porto di Vietri fu donato alla Badia da Roberto il Guiscardo – le agevolazioni fiscali. Infine, Vietri si è giovata dell’assenza, fino alla seconda metà dell’800, di strade percorribili per raggiungere Amalfi e Paestum, mete di studio artistico, archeologico e antropologico per cui i viaggiatori che giungevano da Napoli e che volevano recarsi in tali località erano costretti a imbarcarsi a Vietri.
Tutti questi fattori hanno contribuito a favorire i processi di incontro, confronto, scambio e arricchimento di cui la produzione ceramica del territorio ha potuto beneficiare e di cui il presente articolo intende proporre un resoconto… Leggi l’articolo completo