1° Maggio, sicurezza sul lavoro
con il Sindaco de Magistris

 

Martedì 1° maggio 2012 alle ore 10.00 il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris scoprirà una targa in ricordo del sacrificio delle donne e degli uomini caduti sui luoghi di lavoro, che sarà affissa all’ingresso di Città della Scienza, in via Coroglio 104.

La cerimonia rappresenta una tappa importante del percorso che fin dal 2009 l’amministrazione cittadina ha intrapreso per contribuire a regolamentare e monitorare la delicatissima questione della sicurezza sul lavoro: dalla fondazione dell’Osservatorio “Napoli Città Sicura”, guidato dal Presidente della Commissione consiliare Lavoro (che promuove annualmente il premio “Impresa Sicura”), all’istituzione della Giornata cittadina per la sicurezza sul lavoro, che si svolge ogni anno a marzo; fino alla imminente dedica di una piazza ai martiri caduti sul lavoro, per la quale è stata individuata un’area in via Diocleziano.

Il Comune di Napoli si pone così come la prima amministrazione in Italia a sostenere iniziative di tale portata, affinché la sicurezza e la tutela del lavoro siano un bene comune e Napoli sia una città fondata sui valori del lavoro.

L’articolo 41 della Costituzione pone la sicurezza e la dignità del lavoro come un limite al legittimo esercizio dell’attività di impresa, tuttavia nel 2011 ci sono stati più di 1170 morti, con una media impressionante di circa tre morti al giorno e con un aumento dell’ 11,6% sul 2010.

Dal primo gennaio ad oggi 30 aprile sono morti sui luoghi di lavoro 159 lavoratori.

Città della Scienza nasce all’interno di quello che è stato, probabilmente, il primo opificio chimico insediato nell’area napoletana ed è stato certamente un caposaldo del futuro insediamento industriale dell’area di Bagnoli.

Pertanto, la collocazione di questa targa alla presenza del Sindaco De Magistris celebra anche la storia e la vocazione di tutto il distretto produttivo di Bagnoli ed il ruolo strategico di Città della Scienza nel nuovo contesto della Società della Conoscenza, in quanto testimonianza viva del delicato e cruciale passaggio produttivo e sociale dalla “cultura della fabbrica” alla “fabbrica della cultura”.

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