Leggere i diritti. Educare alla cittadinanza con i libri

Cosa è la cittadinanza? Come si declina? Chi sono i cittadini? Sono queste solo alcune delle domande che verranno affrontate e discusse nel seminario sulla cittadinanza organizzato dalla casa editrice romana Sinnos, martedì 19 aprile. Questo sarà il primo incontro, rivolto a genitori, educatori, insegnanti con l’obiettivo di affrontare le tematiche della cittadinanza attiva e della legalità partendo dal contesto scolastico, perché alla base c’è la convinzione che la scuola sia il primo luogo in cui bambine e bambini che si trovano ad avere a che fare con regole diverse da quelle familiari, regole da condividere e rispettare, per arrivare alla vita quotidiana dei bambini e dei ragazzi.
Sinnos festeggia anche così i suoi 25 anni di storia, una storia un po’ particolare perché è nata in un luogo inaspettato per un editore per ragazzi: il carcere romano di Rebibbia nel 1990 da un’idea di Antonio Spinelli e di un gruppo di detenuti che avevano imparato ad impaginare e volontari che li hanno sostenuti nella costituzione di una cooperativa che desse loro la possibilità di lavoro esterno e quindi di libertà (bellissimo e potente cardine di questa nostra Costituzione, che ha il suo scheletro fondato sul lavoro e che ricorda fin dall’articolo 2 che abbiamo dei diritti e dei doveri e che la libertà di tutti dipende dall’apporto di tutti). La casa editrice così nasce in carcere ma con il carcere non ha nulla a che fare, se non la sede all’inizio e alcuni soci lavoratori. L’idea sulla quale si fonda è quella di voler contribuire a costruire pensiero e immaginazione attraverso libri che lasciassero segni, come racconta sempre Della Passarelli, presidente e direttore editoriale di Sinnos. E Nomos è una collana storica di Sinnos che, a partire dagli articoli della Costituzione o da quelli dei trattati dell’Unione Europea, vuole offrire strumenti utili per crescere cittadini consapevoli, liberi e partecipanti. Nel nome del senso critico cittadinanza, diritti e libri saranno le parole chiave di questo incontro a cui parteciperanno alcuni autori dei titoli di questa collana Riccardo Guido, Cecilia D’Elia Riviello e Maria Nicolaci perché si possa esercitare l’attenzione, la capacità di selezionare informazioni e approfondire.
La società della conoscenza, quella in cui oggi viviamo e che ha da poco sostituito l’era industriale, è stata accompagnata dalla domanda sempre più diffusa di nuovi diritti di cittadinanza. Nel diciassettesimo secolo, ad esempio, era emersa la domanda di diritti civili: l’eguaglianza di fronte alla legge, due secoli dopo si fa forte la domanda di diritti di cittadinanza politica, attiva, diritto di voto, e passiva, diritto di essere votato fino a giungere al XX secolo in cui si è imposta la domanda di diritti di cittadinanza sociale come ad esempio il diritto all’alimentazione, alla salute o all’istruzione. In una democrazia matura l’educazione è una necessità, senza la quale verrebbe messo in dubbio lo sviluppo delle capacità individuali ostacolando la possibilità, fra l’altro, di intraprendere un ruolo più attivo per i cittadini nelle varie fasi del processo di ricerca, crescita e sviluppo, ma è anche vero che quando si parla di democrazia quello all’educazione non è solo un diritto ma anche un dovere; “se la democrazia ha un significato morale ed ideale, questo consiste nel fatto che si esige una collaborazione sociale da parte di tutti e che tutti siano posti in grado di sviluppare le proprie capacità differenziate” . L’educazione è il mezzo per partecipare liberamente e pienamente alle attività comuni e non è una novità l’idea che possa e debba passare dai libri, attraverso storie e immagini che catturino l’attenzione dei bambini e dei ragazzi. Bisogna quindi cercare di seguire i cambiamenti sociali e culturali, e affrontano temi quali i diritti delle donne, l’impegno contro le mafie, i conflitti generazionali, la scienza e le sue conseguenze nella vita di ogni giorno, l’attenzione alla diversità in tutte le sue forme.
I ragazzi leggono, e sono anzi tra i lettori più esigenti, hanno menti aperte, capaci di pensare, immaginare e scegliere e, per questo, servono sempre più iniziative che abbiano lo scopo di sviluppare e diffondere tra i ragazzi il piacere di leggere un buon libro, soprattutto nelle scuole o nei luoghi in cui mancano librerie o biblioteche. Che l’educazione alla lettura diventi permanente e costante in ogni scuola è un altro degli obiettivi concreti, perché si forniranno strumenti operativi per fare del diritto un mezzo di consapevolezza e conoscenza del quotidiano, del seminario sulla cittadinanza organizzato da Sinnos. L’educazione alla cittadinanza attraverso i libri assume un valore particolare alla luce di quanto emerge ad esempio anche dal rapporto OCSE del 2015 sulle abilità e sulle competenze dei ragazzi italiani nel campo della logica, che dice che i risultati non sono affatto buoni. L’idea di porre particolare attenzione allo sviluppo della logica e alla capacità di stimolare il più possibile le menti verso tutti i campi del sapere, e renderle in grado di ragionare criticamente dovrebbe essere prioritaria all’interno della formazione, anche scolastica, dei ragazzi. E i libri possono infatti essere proprio uno di quegli strumenti per costruire e allenare il pensiero critico necessario per trasformare l’enorme mare di informazione in cui siamo immersi in conoscenza. Le informazioni sono, o quanto meno dovrebbero essere, sempre più a portata di tutti, ma non basta perché queste diventino conoscenza. Serve qualche sforzo in più, come lo sviluppo della capacità di argomentare, il senso critico, la capacità di ascolto, la tolleranza e il rispetto per le opinioni di chi ci sta accanto, nonché la maturità per riuscire, eventualmente, a cambiare idea dopo aver compreso meglio, ascoltato e discusso.