Indian Science Congress: un circo

La divinità indù Shiva è stata “il più grande ambientalista del mondo”. Le prove? Cavalcava topi, pavoni e anche un toro mitologico. E se non bastasse, ricordatevi che dalla sua testa nasceva il Gange. Questo è solo uno dei tanti interventi controversi, e spesso ridicoli, della 103° edizione dell’Indian Science Congress, svoltosi quest’anno a Mysuru.

Già l’anno scorso, il Congresso era finito al centro delle polemiche del mondo scientifico per alcune affermazioni sui fratelli Wright e sui viaggi interplanetari di un pilota in pensione, degne delle migliori teorie complottiste. E quest’anno ha rincarato la dose: l’intervento di Rajeev Sharma sugli approcci indigeni alla psicologia, ad esempio, è iniziato con due minuti di un suono assordante, ottenuto soffiando nel guscio di una conchiglia. Tutto questo per sostenere che soffiare nelle conchiglie – oggetti di importanza religiosa e rituale nell’induismo – potrebbe curare malattie psicosomatiche. Secondo Sharma, una conchiglia al giorno leva il medico di torno: soffiarci dentro sarebbe “un ottimo esercizio per il retto, la prostata e il diaframma”. E avrebbe anche il “potere” di far tornare neri i capelli bianchi.

E se qualcuno ha potuto argomentare le sue tesi, c’è stato anche chi ha difeso il suo lavoro dal letto d’ospedale, attraverso le pagine dell’Hindustan Times. Akhilesh Pandey, autore del paper su Shiva ecologista, infatti, è caduto nella tromba delle scale ferendosi a una gamba poco prima della sua sessione, alla quale non è riuscito a presentarsi.
Un circo”, insomma, come è stato giustamente definito dal premio Nobel indiano Venkatraman Ramakrishnan, biologo all’University of Cambridge, in un’intervista rilasciata a The Times of India.
Dello stesso avviso è Pushpa Mittra Bhargava, fondatore del the Centre for Cellular and Molecular Biology di Hyderabad, che ha dichiarato che anno dopo anno il Congresso indiano è peggiorato sempre più, diventando “un assoluto spreco di denaro”.

Del resto anche il primo ministro Narendra Modi, che ha inaugurato l’Indian Science Congress di quest’anno, nel 2014 si era attirato molte critiche: sosteneva che la testa da elefante del dio Ganesh era la prova che la chirurgia estetica esisteva già in tempi antichi, ed era stata fondata in India.