Da Futuro Remoto 1987 a Corporea
|Ricordo con immutata emozione la prima edizione di “Futuro Remoto” alla Mostra D’Oltremare nel lontano 1987.
Allora, e per la prima volta in Europa, un gruppo di fisici e intellettuali napoletani diedero vita alla prima manifestazione di diffusione della cultura scientifica e tecnologica.
Essa fu accolta dalla comunità scientifica con un misto di scetticismo e curiosità e riaccese il dibattito sulla possibilità/necessità per i ricercatori di uscire dalle “torri di avorio” per diffondere i contenuti della ricerca senza inficiarne i metodi e i tempi. In sostanza si metteva al centro della discussione il modo di comunicare/narrare la ricerca pura e applicata. Da allora a Napoli non ci sono stati arretramenti/ripensamenti sulla volontà di costruire una società della conoscenza realmente democratica, nonostante i tanti problemi di natura politico-economica e “Futuro Remoto” continua la sua attività ininterrottamente fino all’edizione 2015, che si è svolta nel cuore della città, Piazza del Plebiscito, affinchè, anche simbolicamente la scienza scendesse in piazza, “tra la gente”, per la massima diffusione a favore della società, delle nuove generazioni e per lo sviluppo economico.
Intanto nel 1996 nasce “Città della Scienza” in un luogo straordinario, quale è il quartiere di Bagnoli, attraverso la mirabile ristrutturazione/riconversione di strutture industriali, con il suo museo scientifico e incubatore d’imprese.
Rapidamente diventa punto di riferimento per gli scienziati e le comunità scientifiche nazionali e internazionali, ma anche delle scuole di vario ordine e grado, della comunità bagnolese e di tutta la città.
Tutto fino alla notte del 4 marzo 2013, quando l’incendio devastò “Città della Scienza”. Oltre all’incredulità e alla rabbia subentrò in tanti e tanti intellettuali, non solo napoletani, ma anche cittadini comuni la delusione e il dolore per la perdita di un punto di riferimento importante, direi fondamentale per tutti noi.
Ma allo scoramento è subentrato l’entusiasmo per la “RICOSTRUZIONE”. Non solo non ci si è arresi all’ineluttabile ma si è riacceso il sogno: “Città della Scienza” oggi rinasce e si arricchisce con l’esperienza maturata in questi anni con i protagonisti di sempre, in primis le Università a cui spetta la ricerca e l’educazione degli studenti alla cultura scientifica, ma anche quello che oggi viene definito “public engagement” ovvero “fornire conoscenza e strumenti che consentano il coinvolgimento pubblico”.
Ed eccoci a “Corporea”: viaggio nel corpo umano, il primo museo interattivo e basato sulla sperimentazione diretta dei fenomeni da parte dei visitatori dedicato al tema della salute, delle scienze e tecnologie biomedicali e della prevenzione. Corporea [che sarà aperta al pubblico alla fine del 2016 NdR] sarà un luogo aperto di confronto tra scienza e società.
Ci si rivolge, infatti, agli studenti, alle famiglie e ai turisti visitatori. In fase di programmazione hanno apportato il proprio contributo in termini di conoscenze disciplinari e competenze professionali oltre a numerosi colleghi di diverse Università, anche docenti della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, ricercatori e associazioni socio/culturali e/o di categoria. I diversi approcci/punti di vista/bisogni hanno contribuito ad arricchire la narrazione degli undici sistemi che, interagendo tra di loro, compongono l’organismo umano complessivo.