ll rituale del caffè a Napoli: tra storia e scienza
1908. Un ragazzo di otto anni si sveglia cullato dall’aria fresca mattutina, dalla manovella del maciniello che gira lentamente, dall’eco di voci che risuona nei vicoletti stretti, dall’intenso aroma di caffè che li impregna.
Venti anni dopo, quello stesso ragazzino, sorseggia ‘na tazzulell ‘e cafè in quello che sarebbe diventato simbolo e punto di ritrovo dei più grandi artisti e letterati dell’epoca,scenario immobile e accogliente di una societá che avanza.
Varie leggende raccontano dell’origine del caffè: un pastore etiope che vede le proprie capre nutrirsi di bacche verdi, Maometto che sorseggia una porzione nera come la pietra di La Mecca offertagli dall’Arcangelo Gabriele, carichi di caffè che dal Medio Oriente giungono in Europa per essere assaporati dalla nobiltá e dall’alta borghesia.
I caffè come luoghi di incontro di artisti e intellettuali…Proviamo a immaginare le Procope, primo caffè parigino, avvolto dall’aroma di cannella, dall’essenza inebriante di arancio e limone. Immaginiamo ora Voltaire e Rousseau, habitues del cafè, che sedevano a un tavolino disquisendo serenamente, Diderot che vi scriveva alcuni articoli della celebre Encyclopedie. Musa ispiratrice di opere teatrali, poesia e canzoni, il caffè è veramente l’ambrosia degli uomini o i suoi effetti sono solo suggestione psicologica?
Le due specie commercialmente più importanti di caffè, l’arabica e la robusta, presentano differenze sia qualitative sia quantitative nella loro composizione chimica: confrontando l”arabica con la robusta si può notare che la prima contiene più lipidi della prima, che è a sua volta dotata del doppio di caffeina della prima.
L’assorbimento da parte del nostro corpo di tale sostanza provoca la stimolazione del sistema nervoso, innalzando la soglia di concentrazione e la lucidità dell’individuo che l’ha ingerita.
Altra caratteristica importante della caffeina che l’ha resa famosa negli ambienti scientifici,è la sua attività farmacologica,ed in particolar modo il suo effetto analgesico.
Insomma che sia bevuto per piacere o per riprendersi da una lunga giornata lavorativa, in compagnia o per accompagnare la lettura di un libro, il culto del caffè è radicato in noi, tradizione imprescindibile del popolo napoletano.
*L’immagine in evidenza è ripresa da Flickr