NapoliSoundScape: un archivio per conoscere i suoni di Napoli

NapoliSoundScape: un archivio per conoscere i suoni di Napoli
NapoliSoundScape: un archivio per conoscere i suoni di Napoli
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Vi siete mai chiesti come cambiano nel tempo i suoni delle nostre città? Ogni città ha infatti una propria identità sonora che il più delle volte non viene né valorizzata né percepita come un vero e proprio patrimonio culturale. I clacson delle auto congestionate nel traffico, le urla dei venditori nelle piazze e nei mercati, le canzoni dei vicoli o le grida dei bambini mentre giocano, i rumori della metro: questi sono solo alcuni dei suoni tipici del paesaggio napoletano che con il passare degli anni cambiano e si trasformano. Realizzare un archivio del paesaggio sonoro della città di Napoli è l’obiettivo del progetto di ricerca NapoliSoundScape. Attraverso la mappatura audio di tutto il territorio parteneopeo si potrà dare vita a un archivio di fono-fotografie prodotte con registrazioni periodiche e sistematiche del paesaggio sonoro urbano.

NapoliSoundScape nasce dall’esperienza di studio e di lavoro sul campo dei ricercatori Dario Casillo e Cristian Sommaiuolo. Riprendendo il progetto “WSP World SoundScape Project” dello studioso canadese Murray Schafer, i due promotori di NapoliSoundScape hanno deciso di ascoltare il ricco paesaggio sonoro di Napoli registrandolo con attrezzature digitali e realizzare un archivio consultabile da tutti online. Le motivazioni alla base di questo lavoro sono molteplici in quanto si possono in questo modo mantenere in vita quei suoni che possono andare in contro a “estinzione sonora”, ma anche confrontare i diversi suoni, rilevati sistematicamente, per analizzarne i cambiamenti e l’impatto sulla comunità.
 
Quali sono per voi i suoni e rumori tipici di Napoli che possono scomparire in futuro? Ci sono invece dei suoni tipici dello stile di vita, delle tradizioni e della cultura napoletana da salvaguardare e valorizzare come parte del patrimonio artistico-culturale? Se siete curiosi dei suoni rilevati finora dal progetto NapoliSoundScape o volete conoscere meglio quest’iniziativa scrivete tutte le vostre domande e non vi deluderemo!
 
*L’immagine in evidenza è stata fornita dal team di NapoliSoundScape

9 Commenti

  1. bellissimo progetto!! forza ragazzi!

  2. Bravi ragazzi per questo bel progetto che mantiene viva la memoria dei suoni della nostra città. Avete un sito dove poter ascoltare qualcosa?

  3. Progetto estremamente interessante che permette di riscoprire in una nuova veste il nostro ambiente urbano. Da esso si potrebbe trarre spunto per un simile lavoro di raccolta e analisi di fotografie e/o altri prodotti visivi (quali disegni e dipinti) che catturano i colori della città, magari associandoli alle sue varie aree e quartieri per predominanza. Otterremo così una mappa acustica e cromatica di Napoli che può permettere, se opportunamente aggiornata, di confrontare i cambiamenti più vistosi ed evidenti, quali aspetto e suoni, ma che risultano anche più intimi e nascosti ai nostri sensi perché inglobati nella quotidianità.

  4. Progetto estremamente interessante che spero andrà a buon fine. Come musicista considero i suoni urbani molto importanti ed interessanti. Spero che i ragazzi di NapoliSoundScape renderanno disponibili questi suoni al fine di campionarli. Buona fortuna

    • Tutti i file audio sono disponibili per la comunità, basta inviarci una richiesta via mail.
      Info@ napolisoundscape.com

  5. Con lo studio del Paesaggio Sonoro, possiamo provare a ridare dignità al rumore di fondo della città, soprattutto ai suoni residuale a quelli sullo sfondo. Possiamo allenarci a praticare i famosi esercizi di “ear cleaning” consigliati dal “nonno di tutti i soundscaper”, lo studioso canadese Murray Schafer, per riuscire a goderci l’esperienza di un “Ascolto Attento” e provare a ristabilire, nella scala delle esperienze percettive, un rapporto più equo tra l’esperienza visiva e quella uditiva.
    Per esempio: per richiamare la nostra esperienza uditiva quotidiana, spesso usiamo indistintamente le parole “ascoltare”, “sentire” e “udire” e distratti dalla predominanza dell’immagini tralasciamo le sfumature che rendono uniche ognuna di queste parole.
    In questo spazio virtuale potremmo provare a definire, molto personalmente, quali sono le differenze di significato più evidenti tra ascoltare, sentire e udire nelle nostre esperienze quotidiane.

  6. direi che la differenza di significato segue degli “strati” di consapevolezza del suono. l’udito è il primo livello, più “esterno” ed indifferenziato: un sensore viene stimolato senza discriminare senso e significato dello stimolo. il sentire porta lo stimolo ad un livello di percezione più cosciente e culturale, ad esempio il riconoscere (e confrontare con il proprio immaginario) le caratteristiche salienti di un ambiente sonoro. l’ascolto implica lo spingersi più a fondo nella percezione, un atteggiamento di attenzione più nitida ma circoscritta al singolo elemento sonoro, la cui narrazione può risultare dalla microstruttura piuttosto che dal rapporto con il resto della scena.
    è un po’ come passare dalla fotografia aerea (l’udire) ad una foto in campo medio (il sentire) e poi all’ingrandimento di un particolare (l’ascoltare). l’attività sensoriale è di base la stessa, con una differenza sostanziale nella “sintonizzazione” del sistema percettivo.

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