Open space technology: Nuovi spazi per vecchi sogni

Che cos’è?
L’Open Space Technology è una metodologia di partecipazione sociale, molto coinvolgente, ideale per promuovere e facilitare discussioni con numerosi partecipanti (si va da un minimo di 6 a 2000 persone o più). Padre di questa metodologia è Harrison Owen, che ha sperimentato questa metodologia in quasi tutto il mondo.
Tra le metodologie di partecipazione sociale, è sicuramente una di quelle meno strutturate, basate sull’auto-organizzazione dei partecipanti e su un supporto metodologico meno invadente. Il numero dei partecipanti è praticamente illimitato e non esiste un programma prestabilito. Un OST si basa su alcune regole molto semplici che devono essere condivise dai partecipanti, ad esempio la “regola dei due passi” implica libertà di decisione, indipendenza e responsabilità personale. Nell’ultimo decennio è stata utilizzata anche in Italia ed in svariate tematiche. Questo nuovo strumento di lavoro si può utilizzare in modo ideale nelle conferenze, seminari e workshop dove si vuole realizzare un approccio “bottom up” , in cui si rinuncia agli interventi in cattedra, dando peso all’esperienza e alla creatività di ciascun partecipante all’incontro.
L’Open Space Technology è un metodo per incidere nei processi di trasformazione delle organizzazioni e prendere decisioni creative.
I seminari gestiti con l’Open Space Technology non costituiscono un percorso formativo che si svolge mediante lunghi processi curriculari (interventi e lezioni, formazione ecc.) ma sono un trampolino significativo, dai contorni ben definiti, determinato dalla concentrazione sulla creatività, che libera il potenziale del rinnovo.
I principi dell’Open Space:
•    Al posto di un classico programma per il convegno, c’è il salto nello “spazio libero”.
La conferenza ha un solo tema, interessante per tutti, ma nessuno svolgimento predefinito, e neppure contenuti prestabiliti. L’agenda della conferenza viene sviluppata al momento dagli stessi partecipanti. Per questo motivo ogni iniziativa Open Space è un nuovo esperimento, senza gerarchie. “Ciò che succede nei workshop è ciò che doveva succedere”.
•    Empowerment
Il potere di determinare i contenuti viene delegato alle/ai partecipanti: ci sono solamente forme orizzontali di comunicazione. Tutti – che si tratti di politici, funzionari o giovani interessati – sono invitati a far confluire nel workshop le loro energie e il loro sapere.
Come funziona l’Open Space?
Lo spessore della comunicazione e la produttività sviluppati nei workshop creano, alla fine, a fianco del comune processo di apprendimento, due ambiti di risultati diversi:
1.    Soluzioni immediate: “Cosa deve essere fatto subito?”
2.    Processi da iniziare: “Di quali nuove informazioni e competenze abbiamo bisogno per cambiare qualcosa?”
Tutti gli spunti della discussione vengono approfonditi con l’avvio di numerosi workshop a valle dei quali si producono dei report, testimonianza di tutte le discussioni.
openspaceworldmap.org