2014-2020, L’Europa che verrà. Ravello, Villa Rufolo 26-27 ottobre

 Ravello LAB – Colloqui internazionali

 2014-2020, L’EUROPA CHE VERRA’

Le politiche culturali europee per una nuova qualità dello sviluppo

Roma, 23 ottobre 2012. L’aggravarsi dell’inedita crisi economico-finanziaria che avvolge le economie occidentali e che ha riflessi specifici nel contesto italiano, pone seriamente la questione di nuovi paradigmi intorno a cui ripensare strategie di crescita originali che nella cultura e nelle industrie creative possono trovare una chiave di volta per una nuova qualità dello sviluppo. L’Unione Europea mostra di aver compreso le criticità legate al cambiamento di fase e, alla vigilia del nuovo ciclo di programmazione dei fondi comunitari, è impegnata a sostenere un insieme di iniziative che, a partire dal futuro Programma Europa Creativa e dai programmi di innovazione sociale, rilancino un percorso di crescita a base culturale. Dalla Strategia di Lisbona all’Agenda 2020 l’Unione Europea conferma, infatti, le indicazioni di sostegno allo sviluppo basate sulla conoscenza e l’innovazione per una crescita competitiva, sostenibile ed inclusiva che produca insieme nuova occupazione e maggiore coesione sociale. Nella stessa direzione, peraltro, si muove il Libro Verde sulle industrie creative lanciato recentemente dalla Commissione Europea e al centro della riflessione dei lavori di Ravello Lab 2011.

In questo quadro, Ravello Lab, giunto quest’anno alla sua settima edizione, intende fornire un contributo alla ridefinizione di politiche pubbliche focalizzate sul rapporto tra cultura, industrie creative e sviluppo delle città, dei territori e delle imprese (profit e non profit). L’obiettivo è quello di avanzare proposte e soluzioni per favorire, insieme, nuova occupazione e maggiore coesione sociale, estendendo a tutti i decisori politici la consapevolezza che lungo questo asse si gioca la capacità competitiva futura dell’economia europea nello scacchiere globale.

“Come sempre, Ravello Lab – lo afferma Alfonso Andria, Presidente del Comitato che organizza l’iniziativa associando Federculture e Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali – colloca la sua riflessione al centro del dibattito culturale del Paese e nel più ampio scenario europeo, in piena e voluta assonanza con le indicazioni e i temi oggetto di politiche comunitarie. La nuova imprenditorialità per le industrie culturali e creative, la centralità delle politiche urbane con particolare riguardo al caso delle “smart cities” rappresentano  i punti di attacco dei laboratori in cui Ravello Lab si articola. E’ così che Ravello Lab intende offrire il proprio contributo al consolidamento del rapporto tra politiche culturali e politiche di sviluppo.

Nelle giornate di Ravello in programma il 26 e il 27 ottobre 2012 è previsto, dunque, l’approfondimento di tematiche specifiche inserite nel quadro degli indirizzi definiti dalle istituzioni europee, con particolare riferimento alle opportunità che derivano dal nuovo ciclo di programmazione dei fondi comunitari 2014-2020. L’Europa che verrà, infatti, è già disegnata nei  futuri strumenti di sostegno finanziario ispirati ad una nuova concezione del ruolo della cultura nell’economia della conoscenza e poggeranno sul nuovo Programma ‘EUROPA CREATIVA’ che, accorpando i precedenti programmi CULTURA e MEDIA, beneficerà di un notevole incremento di fondi messi a disposizione dall’UE e il cui bilancio complessivo nel periodo è previsto in 1,8 miliardi di euro (+ 38%). La cultura riveste, infatti, un ruolo primario nell’economia europea: recenti studi hanno evidenziato che le industrie culturali e creative rappresentano circa il 4,5% del PIL dell’UE e il 3,8% dell’occupazione  che equivalgono a 8,5 milioni di posti di lavoro diretti (e molti di più se si considerano le ricadute in altri settori). A livello nazionale la cultura frutta al Paese il 5,4% della ricchezza prodotta equivalente a quasi 76 miliardi di euro e dà lavoro a oltre 1,4 milioni di persone, ovvero al 5,6% del totale degli occupati, con un peso specifico assai superiore al settore primario o alla meccanica.

La crescita di nuova imprenditorialità nel settore culturale, infatti, costituirà il focus dell’edizione di Ravello Lab 2012 che coinvolgerà operatori di finanza innovativa chiamati a sostenere nuove imprese, profit e no-profit, sui territori.

Inoltre, in vista della designazione di una città italiana quale Capitale Europea della Cultura nel 2019 (la cui assegnazione è prevista nel 2015), Ravello Lab continuerà a riservare attenzione alle politiche urbane partendo, specificamente, dal processo di candidatura che, introducendo una metodica di pianificazione strategica a base culturale, ha dimostrato di essere una buona pratica di intervento sui territori.

In questo quadro, l’obiettivo dei Colloqui di Ravello è anche quello di estendere la consapevolezza tra quanti hanno poteri decisionali, sia nella sfera pubblica che privata, che la cultura e le industrie creative possono e devono giocare un ruolo fondamentale per una nuova competitività e, nel contempo, per la coesione sociale e per questo appare necessario inserirle a pieno titolo nelle politiche di sviluppo dei territori. Ciò significa, ripensare il modello di governance dell’offerta culturale di parte pubblica, del rapporto tra questa e il Privato ed infine, in una fase caratterizzata da una profonda crisi fiscale, provare ad introdurre metodiche di efficientamento della spesa pubblica destinata alla cultura. Un altro tema di interesse sarà quello delle modalità di partecipazione dei cittadini alle scelte di politica culturale.

Si tratta di tematiche che, nel loro complesso, intendono contribuire a ridefinire un percorso di sviluppo economico e di coesione sociale in un proficuo rapporto tra Pubblico e Privato attivando la massima collaborazione tra istituzioni pubbliche, ai diversi livelli istituzionali, e i Privati interessati a determinare nuove condizioni di crescita del territorio.

Nell’edizione 2012, i Colloqui di Ravello, a cui è stato invitato un gruppo ristretto ed interdisciplinare di panelist, saranno scanditi da tre specifici momenti di riflessione:

  • Città intelligenti, città creative: politiche urbane e industrie culturali
  • Valorizzazione culturale dei sistemi territoriali e nuova impresa: il ‘caso Italia’
  • 2014-2020, l’Europa che verrà: verso una nuova qualità dello sviluppo.
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