E’ stata inaugurata giovedì 5 giugno a Città della Scienza la mostra “Rewind -apprendere dal passato per cambiare il futuro”, percorso espositivo multimediale sulle migrazioni da e verso Napoli, realizzato in collaborazione con la Cooperativa sociale Dedalus. All’inaugurazione hanno partecipato oltre duecento ragazzi degli istituti L.S.S. Renato Caccioppoli, I.C. S. Aristide Gabelli, I.I.S.S. Francesco Saverio Nitti, I.C.S. Adelaide Ristori, I.I.S. Margherita di Savoia, L.G.S. Giambattista Vico, L.S. Pasquale Villari, I.T.I.S. Alessandro Volta oltre a numerose associazioni e comunità migranti di Napoli e della Campania.
REWIND è il risultato infatti dei laboratori interculturali, didattici e audiovisivi, condotti nelle scuole di Napoli che hanno coinvolto ragazzi italiani e ragazzi immigrati: minori ricongiunti, seconde generazioni, minori stranieri non accompagnati o neo-maggiorenni.
Fulcro della narrazione è il viaggio da e verso Napoli, come luogo di snodo e crocevia di vecchie e nuove partenze/arrivi da e per la città partenopea. La mostra racconta quanto di Napoli c’è all’estero (riferimento alla passata esperienza di emigrazione senza escludere uno sguardo alle nuove partenze) ma anche quanto estero c’è a Napoli (il riferimento è al fenomeno delle immigrazioni a Napoli e dintorni). Napoli, dunque, si delinea come spazio di incontro e connessione tra esperienze, percorsi e culture diverse.
La mostra, con i suoi strumenti didattici ed interattivi, offre la possibilità di scoprire ed apprendere in maniera diretta e partecipata alcuni importanti dati, quantitativi e qualitativi, sulla presenza, provenienza, destinazione ed organizzazione dei principali flussi migratori da e verso Napoli, città da sempre crocevia di culture, saperi e popoli.
Fuoco di questo racconto sul viaggio, e simbolo di esso, è una valigia multimediale, utilizzata come contenitore di storie ed esperienze. Gli oggetti contenuti in tale bagaglio sono narratori virtuali di storie. Attivati direttamente dall’interazione dello spettatore, tali oggetti divengono voci narranti di viaggi e percorsi migratori, raccontando ai visitatori il significato, l’uso e la storia dei singoli oggetti che puntualmente occupano un posto nelle valige di chi migra.
La valigia ed i suoi oggetti, come simboli della migrazione sono così “spugne di memoria” “bussole” che permettono un orientamento e ri-orientamento del migrante attenuando lo spaesamento dovuto al viaggio da intendersi come spostamento non solo fisico ma anche culturale ed esperienziale. Gli oggetti di memoria rappresentano, dunque, anche un contatto con il proprio mondo quotidiano.
La mostra è stata realizzata dalla Fondazione IDIS-Città della Scienza e dalla Cooperativa Dedalus, con la collaborazione del Comune di Napoli – Assessorato all’Istruzione, il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Archivio delle Memorie Migranti, Le Nuvole Cantiere dell’Immaginario, l’Associazione Priscilla, l’Associazione Grammelot, l’Associazione Donne dell’Est.
Il progetto è confinanziato dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Interno nell’ambito del Fondo Europeo per l’Integrazione di Cittadini di Paesi Terzi.