Lettera di Manuela Arata – Il filo della vita

A Città della Scienza mi sento sempre un po’ a casa, anche perché IDIS nasce dalle dismissioni della siderurgia, fenomeno che ha toccato le due città di Napoli e Genova in maniera drammatica e con gli amici di IDIS, Silvestrini, Luigi Amodio e tutti gli altri con i quali abbiamo lavorato in varie occasioni, condividiamo lo sforzo della riconversione di un’area storica in direzione della scienza e dell’innovazione, percorso accidentato e quanto mai difficile in questo Paese.

Sono contenta per questo di leggere che negli ultimi tempi il nodo della tutela di Città della Scienza, un patrimonio raro in Italia dove i science centers purtroppo si contano sulle dita di mezza mano, è affrontato ai massimi livelli dal Ministro Profumo e dalle istituzioni locali, mi auguro che si risolva presto. Anche perchè è bello lavorare con IDIS: questo progetto ne è un esempio. Circa un anno fa come CNR insieme al Festival della Scienza abbiamo celebrato i 150 anni dell’Unità d’Italia a modo nostro: grazie alla diffusione su tutto il territorio nazionale del CNR (un patrimonio di cultura portentoso di cui il nostro Paese non è sufficientemente consapevole) abbiamo realizzato il progetto 150 anni di scienza, andando a celebrare le eccellenze scientifiche italiane in varie città.

Dall’Internet Festival a Pisa, all’Ottica a Firenze, appunto la genetica qui a Napoli, l’Agroalimentare a Bari e la Chimica a Bologna. In tutte queste città abbiamo festeggiato il centocinquantenario con mostre, eventi, conferenze. Da tutte queste città sono poi partite mostre e laboratori che a fine ottobre sono confluiti nel grande festival di Genova dove abbiamo fatto l’Unità d’Italia con la scienza. Questo ha anche un senso storico, poiché dal 1839 i Congressi nazionali degli scienziati italiani (il primo fu lanciato a Pisa da Leopoldo II di Toscana) furono ispiratori del pensiero risorgimentale italiano, e molti scienziati diventarono attivi in politica negli anni successivi. Ricordiamo Cannizzaro, Volterra e tanti altri.

Qui a Napoli è partito dunque il progetto della mostra “Il filo della vita, dall’RNA alle biotecnologie” su cui hanno lavorato i ricercatori del CNR (ringrazio in particolar modo Valeria Ursini) della Stazione Dohrn, dell’Università, che insieme agli esperti e agli ottimi artigiani di Città della Scienza hanno prodotto un risultato molto bello, chiaro, toccante e interessante. A Genova è stata una delle mostre più belle del Festival. Che adesso torna a casa in questi bellissimi spazi.

Importante divulgare, importantissimo farlo su temi – come quello della genetica – che sono molto controversi, e su cui è molto importante aumentare la conoscenza e la consapevolezza dei cittadini, in un Paese dove la scienza (e temi come questo in particolare) è troppo spesso vista con diffidenza, addirittura temuta. Invece pensiamo che grandi passi si sono fatti per migliorare la qualità della vita attraverso le biotecnologie. E ci tengo a sottolineare un aspetto: questa mostra è stata finanziata in gran parte dal progetto “FareBio” del Dipartimento Scienze della Vita del CNR, che ringrazio per la sensibilita’ (se c’è la responsabile un grazie diretto),  testimoniare che qualcosa di profondo è cambiato anche nella mentalità della rete scientifica.

C’è infatti oggi la consapevolezza che il rapporto tra scienza e società e essenziale, è un anello fondamentale della catena dell’innovazione. Qui non si tratta infatti solo di mettere in scena la scienza, di promuoverla, di renderla attraente per gli studenti, tutte ragioni importanti, ma non uniche. Questo Paese ha un bisogno urgente e forte di innovazione. Ma l’innovazione si fa solo se c’è un ambiente favorevole, in grado di recepirla. Ecco quindi che occasioni come questa, le mostre, i Festival, gli Science Centers come IDIS servono a creare un ambiente innovativo, una cultura della scienza e dell’innovazione e servono anche ad attrarre le imprese verso la ricerca. E i cittadini rispondono, eccome! Nell’ultimo Festival Genova è stata in testa alla classifica nazionale per afflusso turistico nel ponte dei Santi. Averlo fatto con la scienza sembra straordinario!

Quindi complimenti, grazie per questa bella e ampia collaborazione e auguri di grandissimo successo

Manuela Arata

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