Intervento di Vincenzo Lipardi, consigliere delegato della Fondazione Idis-Città della Scienza, pubblicato su “La Repubblica Napoli” del 14 febbraio 2014.
Caro direttore, voglio ringraziare in primo luogo quanti stanno intervenendo, sia pro che contro, sull’intesa che porterà alla ricostruzione del Science Centre di Città della Scienza, a ormai un anno dall’incendio doloso. E colgo l’occasione per ribadire, ancora una volta, la nostra fiducia nella magistratura che siamo certi porterà, prima o poi, a scoprire mandanti ed esecutori.
Ringrazio in particolare Pasquale Belfiore che, su queste pagine, ha ribadito più volte la piena legittimità della ricostruzione in loco, pur senza nascondersi le difficoltà dell’iter autorizzativo, tanto più difficile in una città che alcuni vorrebbero consegnata a un eterno immobilismo mentre, mi si passi la battuta, persino la Chiesa di Roma sente la necessità di rinnovarsi, consapevole che il mondo intorno sta cambiando velocemente.
Ma vorrei intervenire su un altro punto sollevato da Belfiore, con i cui argomenti non concordo pur riconoscendone tutta l’onestà intellettuale. Io ritengo infatti che il punto di equilibrio trovato dall’Amministrazione Comunale e dalla Fondazione Idis rappresenti un’occasione importante per la città in quanto – al di là della ricostruzione del Museo, che ovviamente è per noi molto importante – segna un’occasione per rimettere davvero in moto non il “progetto Bagnoli”, il cui fallimento è sotto gli occhi di tutti, tra opere incompiute oppure non inaugurate (come il parco dello Sport) e fermi giudiziari, anche a mio avviso per le rigidità di quanto il Piano Regolatore prevede per quell’area; ma un “nuovo progetto per Bagnoli” che, partendo da un grande attrattore (che già esisteva prima del 4 marzo 2013 ed esiste oggi, con centinaia di migliaia di visitatori all’anno e un’economia già attivata da cultura, turismo e creazione di impresa), possa rilanciare finalmente anche il disinquinamento del mare e la creazione della spiaggia pubblica per i cittadini napoletani, coniugando a ciò la sperimentazione di un edificio tecnologicamente e architettonicamente esemplare, attraendo professionalità europee, ricerca, sviluppo.
Altro che i vaneggiamenti su approdi per yacht e creme solari, di cui abbiamo dovuto purtroppo leggere in questi giorni, da chi ha fatto del “nonsipuotismo” una filosofia con cui legittimare la sua presenza politica.
La posizione della Fondazione Idis era nota.
Avremmo voluto una soluzione più economica e veloce, quella della ricostruzione “tal quale” consci del pantano burocratico in cui muoiono le opere e le cose napoletane. Si è deciso diversamente. Ciò imporrà alla Fondazione una propria partecipazione economica a questa impresa molto più significativa con una cifra importante, di circa 23 milioni di euro, raccolti anche grazie a un fundraising di massa, e alla Regione Campania un investimento più significativo. E qui lo vorrei ricordare ancora una volta spero con chiarezza: la Fondazione Idis, che è un ente senza scopo di lucro, non appartiene a chi l’ha fondata e attualmente la gestisce; i destinatari ed “eredi” delle sue realizzazioni sono solo il territorio e i cittadini; e in questo senso io propongo anche a Belfiore di interpretare, in senso alto, il punto di incontro raggiunto tra le istituzioni nazionali e locali (tre ministeri, il Comune, la Regione); una istituzione culturale no profit come la Fondazione ha il dovere di ascoltare le istituzione e poi il diritto di difendere le sue posizioni.
La ricostruzione del Museo è una vittoria della città, dei tantissimi cittadini, enti culturali, intellettuali, pezzi organizzati e no di società civile che in questi mesi hanno concretamente ribadito il concetto che il Museo andava ricostruito presto, bene e dove era. Tra questi tanti ambientalisti non conservatori e tanti ragazzi e ragazze. Voglio ricordare che il 23 marzo, all’arenile di Bagnoli, ci sarà una grande iniziativa proposta dai comitati, per il disinquinamento del mare, la spiaggia e lo sviluppo di Bagnoli.
Ma tornando al 4 marzo 2014, abbiamo deciso con i tanti amici di Città della Scienza di costruire un evento partecipato, una giornata dedicata non tanto al Science Center, nell’anniversario dell’incendio doloso, ma a tutta la città; perché Napoli non resti ostaggio di chi, fossilizzato nel suo tranquillo non fare, vuole condannarla alla sua lenta ma inesorabile decadenza, lasciando in eredità a chi viene dopo, solo le rovine dell’immobilismo. Vorremmo al contrario una città che ricomincia a volersi bene, che discute e polemizza quando è il caso ma che poi, una volta fatte le scelte, provi a remare compatta nella stessa direzione.
Vincenzo Lipardi
Consigliere Delegato della Fondazione Idis-Città della Scienza