Vittorio Silvestrini per un rilancio dell’educazione scientifica e tecnologica di massa

Riportiamo di seguito l’intervento di Vittorio Silvestrini, presidente di Città della Scienza, pubblicato su Il Mattino di domenica 6 gennaio 2013.

Appello per rilanciare l’educazione scientifica e tecnologica di massa
Più dignità alla scuola e ai prof: la sfida del futuro

L’analisi di Giorgio Israel sull’istruzione necessaria a quel cambiamento del paese che tutti auspichiamo, offre molti spunti di riflessione a partire da un giudizio sulla breve stagione dei “tecnici” che condivido solo parzialmente. Il tempo e le risorse a disposizione, ma soprattutto il lavoro quasi scientifico di smantellamento del sistema formativo avvenuto nei precedenti lustri, non poteva essere recuperato nell’orizzonte di pochi mesi e, soprattutto, da un Governo dichiaratamente a termine.

Tanto più su un terreno strategico, come quello dell’istruzione, in cui molto anzi moltissimo conta il senso del lavoro che si fa, del perché e del per chi lo si fa, in quale contesto e con quali prospettive sociali ed etiche.
Riconoscere il lavoro dei docenti anziché trattarli da fannulloni e per di più un po’ inutili; restituire alla scuola un ruolo generale di presidio sociale contro la dispersione scolastica e quindi contro delinquenza e degrado; valorizzare il tanto di buono che c’è nella scuola di oggi, ridando così dignità e importanza a docenti, dirigenti, educatori; avviare, sia pure solo a livello di dibattito e di sperimentazioni (ma da qualche parte si dovrà pur iniziare?), l’introduzione delle nuove tecnologie nella pratica quotidiana di docenti e famiglie; sono, queste, parole d’ordine che personalmente condivido e su cui credo valga la pena di lavorare.
Ma ovviamente non basta. E bene fa Israel a porre il tema dei contenuti, che è poi il vero tema politico in discussione e che si lega strettamente all’idea che abbiamo di questo paese non per come esso è oggi, ma per come vogliamo che sia tra venti anni e più.
Quale modello di sviluppo abbiamo in mente? Quali le risorse su cui puntare? Quali settori produttivi mettere al centro di investimenti e programmi di sviluppo? E, soprattutto, come vogliamo che si collochi l’Italia nel contesto europeo e globale?

Ecco, io credo che queste siano le domande vere cui la politica e il prossimo Governo dovranno rispondere facendo scelte chiare e definite, con le ovvie ricadute e conseguenze anche sul sistema dell’istruzione e della della formazione. Ciò non vuol dire assolutamente a mio avviso una pianificazione a tavolino; da scienziato, so benissimo quanto sia importante la ricerca di base o curiosity driven e quanto sia importante, perché questa si sviluppi, un’atmosfera culturale diffusa e stimolante, ricca di scambi, contaminazioni, libera circolazione di idee. Allo stesso tempo, è evidente che se il paese sceglie una direzione non può certo affidarsi al caso e deve, quindi, operare alcune scelte. Oggi, nel contesto globale in cui ci muoviamo e se guardiamo appunto alle tendenze mondiali in atto (che non v’è qui spazio per analizzare in dettaglio) ciò vorrà dire necessariamente puntare con forza su due assi: da un lato le risorse non espropriabili del nostro paese, che vuol dire arte, cultura, patrimonio paesaggistico e beni culturali, stile di vita e produzioni artigianali di qualità; dall’altro un rilancio della competitività sui settori scientificamente e tecnologicamente più avanzati, su quei settori innovativi – in primo luogo ICT, soluzioni smart per le città e la sostenibilità ambientale, scienze della vita e della salute – in cui già l’Italia ha molto da dire, spesso costretta a farlo all’estero.

profumo silvestrini

Sul secondo asse, in particolare, ritengo fondamentale che il nuovo Governo rilanci con forza l’educazione scientifica e tecnologica di massa, guardando senza provincialismo a quanto accade all’estero e in particolare a quei modelli che vedono, in moltissimi paesi, una collaborazione stretta tra le istituzioni dell’educazione formale – scuola e università – e quel grande arcipelago di attori dell’educazione informale o del free choice leaming, che dir si voglia, che spesso rappresenta un luogo ideale per la sperimentazione di nuove idee educative oltre che di innovazioni tecnologiche e metodologiche.

Pur nei pochi mesi a disposizione, nello scorso anno la Città della Scienza di Napoli ha sperimentato con il Ministero dell’Istruzione, nell’ambito di un protocollo quadro, svariate azioni positive tra cui voglio segnalare LogicaMente, un programma di accrescimento delle competenze logico-matematiche e scientifiche nella scuola e nella società, che ha l’ambizione di coinvolgere migliaia di docenti e studenti in tutta Italia; e ia manifestazione Smart Education and Technology Days che ha visto a Napoli, nel mese di ottobre, il meglio delle sperimentazioni svolte dai docenti e dagli studenti in tema di ICT nella didattica (tuttora online sul sito di RAI Scuola) a testimonianza del fatto che la scuola è molto diversa da come è stata rappresentata in questi anni e che lo sforzo di chiamare a raccolta, coordinare e motivare le tante energie che la popolano è forse il primo e più importante compito per il nuovo Ministro, senza disperdere il lavoro fatto nell’ultimo anno e, soprattutto, senza fare di ogni erba un fascio.

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